Paola Cortellesi imita il Ministro Gelmini

Messaggio Littizzetto a Maria Star Gelmini

mercoledì 26 dicembre 2007

Emergenza supplenze

Da: Elena
Inviato: 18 December 2007 23:58
A: Undisclosed- Recipient: ;
Oggetto: Fw: EMERGENZA SUPPLENZE vi prego di leggere e inoltrare

----- Original Message -----
From: Simona Blosi
To:
Sent: Sunday, December 16, 2007 10:35 PM
Subject: EMERGENZA SUPPLENZE vi prego di leggere e inoltrare

EMERGENZA SUPPLENZE:

IL DIRIGENTE DELL'UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE

DI BOLOGNA INVITA I GENITORI A DENUNCIARE A LUI DIRETTAMENTE

LE IRREGOLARITA' PER MANCATA SOSTITUZIONE

DEGLI INSEGNANTI ASSENTI.

All'incontro con il Dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale, dott.
Luciano Chiappetta, del 12/12/07, egli ci ha confermato che i Dirigenti
devono sostituire gli insegnanti assenti, chiamando supplenti anche per
pochi giorni, e facendo poi richiesta di finanziamenti, se non ne avessero
abbastanza. Ha invitato i genitori a denunciare a lui stesso tutte le
irregolarità che essi riscontrano nelle scuole per la mancata sostituzione
degli insegnanti assenti, specificando che :

- per il primo giorno potrebbe non essere facile trovare e si può ricorrere
ad insegnanti disponibili all'interno del plesso (ma solo per il primo
giorno),

- non è ammissibile che gli alunni vengano divisi in altre classi,

- nè che a coprire l'assenza sia un insegnante di sostegno, anche nella
classe di cui è contitolare a meno che il bambino che necessita della sua
presenza non sia assente

- ovviamente anche gli insegnanti di religione, di attività alternativa e
inglese non possono fare supplenza, perchè hanno già il loro lavoro.

PROPOSTA A TUTTI GENITORI

DELLE SCUOLE DI BOLOGNA E PROVINCIA

Ciò premesso si invitano tutti i genitori e in particolar modo i
rappresentanti di classe

a chiedere alle insegnanti di essere informati qualora non vengano
sostituiti gli insegnanti assenti, e le irregolarità sopra citate si
verifichino, e procedere ad una denuncia seguendo le seguenti modalità e
utilizzando il modello di testo che segue (in modo che sia chiaro che la
denuncia viena dalla voce di un coro compatto):

A) il giorno stesso della mancata assegnazione del supplente per supplenza
breve, le insegnanti inviino una comunicazione a tutti i genitori o
comunque al rappresentante di classe attraverso il figlio/a, sia della
classe scoperta, sia eventualmente delle classi che abbiano accolto gli
alunni di quella scoperta, se c'è stata divisione;

B) tutti i genitori, avvisati dall'insegnante o dal rappresentante,
invieranno fax o e-mail al Provveditore Dott.Chiappetta. e pc Vicario -
Dott.ssa Vannelli - e pc. Sig.ra Finocchiaro;

C) il rappresentante invierà la stessa comunicazione alla stampa;

D) per evitare sovrapposizioni di invio ai giornalisti, qualora la
comunicazione di mancata sostituzione da parte degli insegnanti coinvolga
più classi (perchè c'è stato uno smembramento) , la comunicazione alla stampa
sarà fatta solo dal rappresentante della classe scoperta, non da quelli
delle classi che hanno accolto.

Questa azione è molto importante:

perchè il Dirigente stesso dell'USP Dott. Chiappetta dichiara che i
supplenti vanno chiamati, ed è necessario che sia lui a farlo presente ai
Dirigenti che non lo fanno (dietro nostra segnalazione)

perchè dà una continuità alla protesta

perchè ne rimane traccia scritta

perchè siamo genitori e non insegnanti e Dirigenti: è noto che abbiamo un
peso nettamente maggiore

perchè i Dirigenti seguono direttive o regole di bilancio dalle quali spesso
temono di non potersi discostare, ma noi possiamo con questa azione
sostenerli

perchè gli insegnanti potrebbero rischiare richaimi dai loro Dirigenti
qualora denunciassero una prassi irregolare ormai consolidata, ma noi no!

Pertanto vi prego di considerare questa forma di denuncia che ritengo poco
eclatante ma di sicuro effetto, più saremo più non potranno fare a meno di
ammettere che il problema c'è, e che i Dirigenti delle scuole hanno bisogno
di essere sostenuti nel riprendere a chiamare i supplenti, anzichè temere a
farlo.

____________ _________ ______

LETTERA DA INVIARE VIA MAIL O FAX ALL'UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE DI
BOLOGNA

Al Provveditore USP Bologna Dott. Luciano Chiappetta

e p.c. Vicario Dott.ssa Vilma Vannelli

e p.c. Sig.ra Finocchiaro

Fax 051230479

mail usp.bo@istruzione. it

Agli organi di stampa

Luogo

Data

In seguito all'incontro con la delegazione di genitori del 12 dicembre 2007
con il Dirigente USP dott. Chiappetta in cui lo stesso ci chiedeva di
denunciare irregolarità nella gestione delle supplenze brevi, con la
presente sono a denunciare che:

il giorno ---

nella scuola ----

la classe ---

A) è stata divisa

B) ha accolto studenti di una classe senza supplente

C) l'insegnante assente è stata sostituita dall'insegnante di sostegno che
pertanto non ha potuto seguire il/i bambino/i certificato/ i presenti nella
classe

D) ... altra situazione

Il genitore

Nome Cognome

recapito/mail

lunedì 10 dicembre 2007

V° rapporto di cittadinanzattiva su sicurezza, igiene e comfort a scuola

Scuola
Le scuole italiane, ancora rimandate in sicurezza. Presentato il V Rapporto su sicurezza, igiene e comfort degli istituti scolastici.
Le scuole italiane, ancora rimandate in sicurezza.
Peggiora il dato sugli incidenti, immutato, ma negativo, il dato su crolli di intonaco e barriere architettoniche.
In oltre un caso su dieci manca l’acqua potabile.

Presentato il V Rapporto di Cittadinanzattiva su sicurezza, qualità e comfort a scuola

Crolli di intonaco, assenza di certificazioni, sporcizia e polvere un po’ ovunque. E ancora troppi incidenti occorsi a personale e studenti: in media più di quattro all’anno nelle scuole oggetto della rilevazione. La sicurezza delle nostre scuole lascia ancora molto a desiderare.
A dirlo è il V Rapporto nazionale Impararesicuri di Cittadinanzattiva su sicurezza, qualità e comfort a scuola, presentato oggi a Roma, che ha riguardato 184 edifici scolastici di 15 regioni e 75 città.
La Regione che raccoglie il dato complessivo peggiore è la Calabria.

La maglia nera dell’insicurezza va quest’anno alle mense. Il dato più grave è che in troppi casi (11% delle scuole monitorate) si utilizzano come mensa locali impropri, inadeguati e non sicuri.
Crolli di intonaco nel 27% delle mense monitorate, presenza di fili elettrici scoperti nel 30% dei casi, pavimentazione irregolare nel 35% e ancora polvere, imbrattamenti, assenza di porte antipanico: sono questi gli elementi di insicurezza nei locali dove gli studenti consumano il pranzo.
Nonostante lievi miglioramenti nell’applicazione della legge 626/96, restano gravi situazioni di pericolo quotidiane su cui si fa poca vigilanza e scarsa informazione. Dai cancelli aperti durante le ore di lezione, alle recinzioni in cattive condizioni, dagli spigoli non protetti agli armadietti non ancorati al muro, sono soprattutto i piccoli studenti a correre pericoli quotidiani.
Più in generale, anche il monitoraggio di quest’anno conferma il dato assai negativo dei crolli di intonaco che interessano ancora una scuola su quattro e la mancanza di certificazioni. Il 41% delle scuole è privo del certificato di agibilità statica, il 43% non ha il certificato di agibilità igienico-sanitaria e addirittura il 52% quello di prevenzione incendi. Sporcizia, imbrattamenti e rifiuti non rimossi la fanno da padrone nelle mense (31% delle scuole), in segreteria (25%) e nella sala professori (20%). L’acqua potabile non è ancora un diritto per tutti: l’11% delle scuole visitate ne sono sprovviste. Si tratta di 9 edifici situati in Sicilia, 8 in Calabria, 2 in Emilia Romagna, 1 nelle Marche e 1 in Lombardia. Gli incidenti a scuola sono in aumento, così come avevamo denunciato due anni fa e come mostrano chiaramente i dati dell’Inail che si fondano sulle denunce e ai quali, pertanto, vanno aggiunti una miriade di incidenti di diversa entità che non vengono denunciati.
Nelle scuole monitorate da Cittadinanzattiva sono stati segnalati 780 incidenti, di cui 631 (92%) a studenti. Le cause sono, nel 50% dei casi, accidentali, seguono le cadute durante le attività sportive (38%) e un 5% è causato da cattive condizioni degli arredi o uso improprio delle attrezzature. Anche le palestre non godono di buona salute.
Innanzitutto sono ancora 39 su cento le scuole che non dispongono di una propria palestra. Laddove c’è una palestra all’interno dell’edificio, questa presenta barriere architettoniche nel 19% dei casi, segni di fatiscenza sulle pareti nel 18%,mancano di cassetta di pronto soccorso nella metà delle scuole monitorate e in nessun caso ci sono attrezzature adeguate per disabili. In assenza di palestre viene usato l’84% delle volte il cortile. Ma anche qui la sicurezza lascia a desiderare.
Il cortile presenta nel 15% dei casi fonti di pericolo, in ben il 24% ha una recinzione in cattive condizioni e nel 31% delle scuole non dispone di porta antipanico. Va meglio la sicurezza delle aule, anche se segnaliamo che gli arredi( ad esempio sedie e appendiabiti) non sono in numero adeguato a quello degli studenti e che ancora troppi sono rotti o in cattive condizioni. Nel 29% delle scuole, inoltre, le classi presentano spigoli non protetti e armadi non ancorati alle pareti.
A seguito dei 215 milioni di euro messi a disposizione dallo Stato per la sicurezza antisismica e dei 750 milioni di euro per la manutenzione ordinaria e straordinaria co-finanziati da Stato, Regioni, Comuni e Province, Cittadinanzattiva chiede:
1. continuità nei fondi per la messa in sicurezza degli edifici scolastici;
2. un federalismo responsabile: il rispetto del patto per la sicurezza proposto dal ministro Fioroni;
3. il completamento e l’utilizzo dell’anagrafe dell’edilizia scolastica;
4. attività costante di informazione rivolta a studenti, genitori, insegnati, e personale non docente, in materia di salute e sicurezza;
5. partecipazione e coinvolgimento dei cittadini per la progettazione, attuazione, controllo e la verifica delle azioni di politica sulla sicurezza.

Il 23 e 24 novembre prossimi Cittadinanzattiva realizzerà centinaia di eventi nell’ambito della V Giornata nazionale della sicurezza: prove di evacuazione, corsi di addestramento all’uso degli estintori, assemblee con docenti, studenti e famiglie sui rischi legati alla sicurezza, ma anche attività ludiche sono solo alcune delle attività che saranno realizzate in migliaia di scuole sull’intero territorio nazionale.

Il Rapporto su “Sicurezza, qualità e comfort a scuola” fa parte della Campagna “Imparare sicuri” che si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio di: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Istruzione, Ministero della Salute, Ministero delle Politiche Agricole, Ministero per le politiche giovanili ed Ismea.
La Campagna è inoltre realizzata in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile, il sostegno della Fondazione Johnson&Johnson, ABB, Coop Consumatori Nord Est, Fondazione MSD, TNT e 3M.





CittadinanzAttiva, via Flaminia 53 - 00196 Roma - Tel 06.3671.81 Fax 06.3671.8333 - P.IVA 02142701008 Comunicazione web

Perche' non accada anche in Italia

PERCHÉ NON ACCADA ANCHE IN ITALIA…

Quest’opuscolo vuole fornire un’ampia e dettagliata informazione sul tema ADHD(*) ma soprattutto fornisce gli strumenti di valutazione indispensabili affinché ognuno possa farsi un’opinione personale e decidere in modo informato e responsabile se l’ADHD è una malattia o un artefatto. Ogni dato e fonte citata, ha un preciso riferimento bibliografico.
*(Attention Deficit Hyperactivity Disorder, che in lingua italiana diviene “Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività”)

Per coloro che volessero approfondire questo argomento al termine dell’opuscolo, è stata inserita una lista di fonti di informazione (libri, siti web, ecc.). .

ADHD: malattia o artefatto?
Di fronte ad ogni argomento che abbia componenti tecniche, ognuno di noi può fare una scelta: delegare la decisione agli “esperti” – dicendo a se stesso: perché io non ne capisco abbastanza – o acquisire la conoscenza necessaria e decidere con la propria testa.

Se la tua scelta è la seconda e preferisci essere tu a decidere, allora questo opuscolo è scritto proprio per te.
Buona lettura.

Cos’è l'ADHD?
ADHD significa letteralmente Attention Deficit Hyperactivity Disorder, che in lingua italiana diviene “Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività”. Se un bambino è distratto, se non segue le direttive e si agita, oggi può essere etichettato come malato mentale.

Al fine di fare chiarezza e di poter capire se queste affermazioni sono vere o meno, è necessario ed indispensabile comprendere alcuni aspetti fondamentali che ci permettono di acquisire gli strumenti di valutazione essenziali.

Cos’è la scienza?
La scienza è l’insieme delle conoscenze ottenute tramite un principio rigoroso di verifica della loro verità. Il metodo scientifico prevede i seguenti passaggi: osservazione, ipotesi, predizione, sperimentazione, validazione o invalidazione dell’ipotesi, tesi.

Nella scienza sono quindi sempre, perentoriamente, esclusi la soggettività, il giudizio o l’opinione personale.
Nella scienza, l’onere della prova è a carico unicamente di colui o coloro che pongono un nuovo o differente postulato.

I concetti di causa ed effetto nella scienza.
Nella scienza le cause di ogni fenomeno, vengono distinte dagli effetti, cioè da quello che si manifesta all’osservatore o dal risultato finale.

Cos’è la medicina?
La medicina è quella scienza che ha per oggetto lo studio delle malattie, la loro cura e la loro prevenzione.

Cos’è una malattia?
Il vocabolario della lingua italiana, De Voto Oli, definisce malattia come: “anormale condizione dell’organismo causata da alterazioni organiche o funzionali ad andamento evolutivo verso la morte, la guarigione o una nuova, diversa condizione di vita”.

Ogni e qualunque malattia è chiaramente identificabile attraverso esami specifici in grado di individuare le anomalie nel corpo, organo, tessuto o cellula: non sulla base del parere di qualcuno, né di test che debbano essere “interpretati”.

Cosa sono i sintomi? 1
Il SINTOMO è ciò di cui il paziente si lamenta, dice, afferma o fa di sua volontà. Sono sensazioni soggettive.

Lamentarsi di un dolore, stringersi l’addome, riferire di una sensazione di bruciore allo stomaco, sono tutti sintomi. I sintomi sono importanti: servono ad indirizzare l’indagine clinica, ma come ben sappiamo i sintomi non sono assolutamente mai ritenuti sufficienti per fare diagnosi: possono ingannare.

Come in un’indagine di polizia i sintomi sono semplici indizi, “voci”, non sono prove che ci permettono di individuare il colpevole, tantomeno sono il colpevole (malattia).

Cosa sono i segni? 1
Questi non appartengono alle affermazioni, comportamenti o lamenti del paziente: sono riscontri oggettivi che il medico constata, quali un fegato che è ingrossato, un rumore cardiaco anomalo, le pustole della varicella, una paralisi facciale o un escreato sanguinolento.

I segni, sempre tornando al nostro paragone con l’indagine poliziesca, sono prove (anch’essi non sono la malattia, il colpevole).

I concetti di sensibilità e specificità
nella scienza e nella medicina in particolare
In medicina possiamo utilizzare molti strumenti diagnostici. Tuttavia, per essere affidabili, i nostri strumenti di diagnosi medica, devono essere quanto più sensibili e specifici possibile. Si dice che un esame diagnostico è SENSIBILE, tanto quanto riesce a rivelare la presenza della malattia o alterazione.

Più è sensibile, più sarà in grado di rilevare alterazioni anche minime.

Un esame viene detto SPECIFICO se è in grado di rilevare solo ed unicamente una specifica alterazione o malattia e nessun’altra.

Se un esame è sensibile e specifico, lo si può utilizzare per fare diagnosi; se non lo è, non serve a nulla: produce solo numeri o immagini insignificanti.

Il criterio Ab Juvantibus in medicina
Ab juvantibus significa “a giovamento”. Questo criterio viene utilizzato alcune volte in medicina, specie quando noi medici non sappiamo esattamente cosa fare.

Di fronte ad un dubbio irrisolvibile, si può provare a somministrare al paziente un certo rimedio; se questi starà meglio e quindi ne avrà un beneficio, un giovamento (da cui le parole latine “ab juvantibus”), ne possiamo dedurre che – ad esempio - visto che quel farmaco è un antibiotico, il paziente ha un’infezione batterica.

In realtà questo criterio è un criterio estremo, che non rispetta i parametri della scienza, valido solo in situazioni disperate o in rarissime occasioni.

Perché questo criterio non è scientifico?
L’esempio seguente ci aiuta a capire:

Es. Una persona disturba – qualcuno lo fa smettere, dandogli una randellata in testa. Da ciò non deriviamo che la persona che disturbava aveva una “carenza di randellate”.

La medicina e la psichiatria adottano
gli stessi criteri diagnostici?
Secondo una teoria ogni alterazione mentale sarebbe fondamentalmente organica: una disfunzione o alterazione del cervello.

È bene ricordare che la psichiatria è tuttavia divisa al suo interno, in varie correnti di pensiero (biologica, psicologica, sociale, bio-psico-sociale o eclettica, ecc.) e che la corrente biologica è solo una tra le molte. I sostenitori della psichiatria biologica cercano di dimostrare che le malattie mentali sono “malattie organiche”, esattamente come tutte le altre.

A tal fine occorrerebbero tuttavia almeno alcune prove scientifiche inequivocabili:

a) l’anatomia patologica;
b) segni patologici (vi sono solo sintomi);
c) esami strumentali con sufficiente specificità e sensibilità;

Dopo aver compreso i termini e la logica della scienza e della medicina, possiamo esaminare meglio il “fenomeno ADHD”.

La scienza e l’ADHD
Chi ha deciso che l’ADHD è una malattia e come? L’ADHD è stata inserita come disturbo mentale, tramite votazione di un gruppo di esperti, nel Manuale Diagnostico e Statistico del Disturbi Mentali, in sigla DSM. Come per tutte le altre malattie mentali, l’ADHD è di fatto una diagnosi fondata unicamente sul riscontro di sintomi.

ADHD significa solo un insieme di sintomi, di comportamenti. Gruppi di psichiatri si sono messi d’accordo e hanno votato, decidendo che questa è una malattia. Impongono la loro decisione, affermando di “essere gli esperti in materia”.

Cos’è il DSM,
come è nato e cosa fanno ora
La sigla DSM significa Manuale Diagnostico e Statistico del Disturbi Mentali (2). Ricordiamo che il catalogare, definire e dare un nome alle cose ed ai fenomeni, non è scienza.

Nel corso degli anni il DSM si è progressivamente accresciuto, con l’aggiunta di nuove “patologie” psichiatriche. Ogni nuova “malattia” elencata nel DSM, viene stabilita attraverso discussione e voto di gruppi di esperti. Questo è un criterio certamente democratico e altrettanto certamente non scientifico.

In medicina non potremmo mai stabilire, per decisione, che il colera non è una malattia e nemmeno che lo è: ciò dipende da prove e fatti incontrovertibili.

Come fanno a fare
la diagnosi di ADHD: i test
Gli UNICI strumenti per fare “diagnosi” di ADHD, sono liste di domandine.
Non ne esistono altri.

Osservano il bambino e rispondono alle domande di un questionario, mettendo una crocetta sul SI o sul NO.

Ecco alcune domande dei test (2)
– Per fare “diagnosi” bastano sei risposte affermative su nove:

“muove spesso le mani o i piedi o si agita sulla sedia?”
“è distratto facilmente da stimoli esterni?”
“ha difficoltà a giocare quietamente?”
“spesso chiacchiera troppo?”
“spesso spiattella le risposte prima che abbiate finito di fare la domanda?”
“spesso sembra non ascoltare quanto gli viene detto?”
“spesso interrompe o si comporta in modo invadente verso gli altri; per es. irrompe nei giochi degli altri bambini?”.
Esistono prove che l'ADHD sia una vera malattia?
La teoria dello squilibrio biochimico si fonda sul criterio “ab juvantibus”, ed ecco come ci sono arrivati, in base alle loro stesse affermazioni. (3)



Gli studi di neuroimaging
Questi esami, in tema di malattie mentali e di ADHD, non sono né sensibili, né specifici: in altre parole non sono in grado di distinguere tra i sani ed i malati.

La teoria genetica
Alcune correnti psichiatriche affermano che le malattie mentali sarebbero dovute ad alterazioni genetiche. Anche per l’ADHD è stata diffusa questa “verità”. Se ciò fosse vero, potrebbero fare diagnosi usando un test genetico, come facciamo oggi per qualsiasi vera malattia genetica.

Quali prove ci vorrebbero?

Se l’ADHD è una vera malattia biologica, l’onere della prova è carico di chi lo sostiene.

La prova consiste in: alterazioni anatomo patologiche specifiche; esami clinico strumentali (sul sangue, urine, RMN, TAC, PET, genetici, ecc.) che rilevino le alterazioni con sufficiente sensibilità e specificità, cioè che permettano di distinguere i sani dai malati.

Se ciò esistesse, l’ADHD diverrebbe una malattia neurologica (non sarebbe nemmeno più di competenza psichiatrica), vi sarebbero test specifici biologici per confermare la diagnosi e nessuno ricorrerebbe più ai test attuali (domandine) ai fini diagnostici.

La battaglia delle cifre:
esagerazione ed esasperazione delle statistiche
L’ADHD, secondo i suoi sostenitori, colpirebbe almeno il 5% della popolazione, (ma le voci più accreditate parlano di un 12 o 15%),

Certo, ridefinendo i comportamenti umani ed etichettandoli come patologie, ogni cosa può divenire una grave e diffusa malattia, a tre condizioni:

che si abbiano i mezzi economici per diffondere sufficientemente tale “verità”.
che si possieda un qualche tipo di autorità “scientifica” per imporre il “verbo”.
che gli interlocutori siano sufficientemente ignoranti e creduloni.
Sulla base dei dati sinora emersi, il fenomeno ADHD sembra obbedire, più che ad un allarme medico scientifico, ad una precisa strategia di marketing. L’allarme lanciato da molte associazioni ed enti a livello nazionale ed internazionale, scaturisce unicamente dalla constatazione dei seguenti fatti:

quasi 8 milioni di bambini etichettati e drogati nei soli USA;
quasi duecento morti correlate al trattamento (4);
un giro di affari enorme che sostiene questo mercato.
Il principale trattamento dell’ADHD:
il metilfenidato – “Ritalin”
Il trattamento dell’ADHD consiste principalmente nella somministrazione di uno psicofarmaco, il metilfenidato, (un anfetaminico in voga tra alcune comunità di tossicodipendenti negli USA occidentali negli anni 70’), ma vi sono altri farmaci specifici che entreranno presto sul mercato.

Sotto il profilo educativo il bambino viene “addestrato” a risolvere i problemi della sua vita (ove questi esistono…) con una pastiglia.

Questa è solo la prima di una serie di una serie di iniziative su questo tema…


Riferimenti

N. Dioguardi, G.P. Sanna – Moderni aspetti di semeiotica medica – Società editrice Universo.
American Psychiatric Association, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (Fourth Edition) 1994.
Vi sono moltissime fonti da cui estrapolare questo dato, tra le decine abbiamo scelto di indicare quella forse più “autorevole”: Ministero della Salute U.S.A. http://www.surgeongeneral.gov/library/mentalhealth/chapter3/sec4.html
The truth behind Ritalin – http://www.ritalindeath.com

Lettera di una madre al Capo dello Stato

www.didaweb. net/fuoriregistr o

Lettera di una madre

Enrica Bartesaghi - 08-12-2007

Sono una cittadina italiana di 53 anni e, le scrivo, per chiederle di
intervenire urgentemente in nome ed a salvaguardia della democrazia
del paese che lei rappresenta. Non lo chiedo per me che, dopo oltre
sei anni, ho perso ogni fiducia, lo chiedo per mia figlia, per i
nipoti che spero un giorno di avere. Per tutti i giovani che vivono in
Italia e che vorrebbero continuare a viverci, con la certezza dei
diritti (insieme ai doveri) che ogni cittadino si aspetta in un paese
democratico.

Nel mese di luglio del 2001 mia figlia, allora ventunenne, è stata
massacrata dalla polizia alla Scuola Diaz di Genova, durante il G8,
ricoverata in ospedale per le ferite riportate, sequestrata e
"desaparecida" nella caserma di Genova Bolzaneto per due giorni,
nuovamente sottoposta ad ingiurie e torture. Indagata per anni,
sospettata di gravissimi reati, quali l'associazione a delinquere
finalizzata alla devastazione e saccheggio, l'appartenenza al gruppo
dei black-bloc, fino alla completa archiviazione per lei e tutti i 93
della Diaz. I giudici di Genova hanno dimostrato che le prove addotte
(le molotov ritrovate nella scuola, l'accoltellamento di un agente e
molte altre) erano false, prodotte dalle stesse forze di polizia per
giustificare la "macelleria messicana" operata nella scuola.

Da allora mi batto per ottenere verità e giustizia, anche a nome di
tutti i cittadini italiani e stranieri che in quei giorni subirono
violenze e torture da parte delle forze di polizia, nelle piazze, alla
Diaz, nelle caserme di Bolzaneto e Forte San Giuliano. Scrivo a lei,
perché intervenga pubblicamente, in nome del popolo italiano, per
chiedere scusa a tutte levittime della repressione di quei giorni,
nessuno ancora lo ha fatto e sono passati più di sei anni.

Indirizzo questa lettera direttamente a lei e non al Capo del Governo
o al Governo, perché nulla hanno fatto finora per promuovere la
Commissione d'inchiesta contenuta nel loro programma. Anzi, hanno
approvato le promozioni indecenti di numerosi funzionari imputati o
indagati nel processo Diaz in corso a Genova, ultime quelle
dell'ex-capo di polizia Giovanni De Gennaro (indagato per "induzione
alla falsa testimonianza" ) a capo gabinetto del ministero degli
interni, e quella di Giovanni Luperi, imputato nel processo Diaz e
promosso a capo del Dipartimento analisi dell'ex-Sisde.

Le chiedo di intervenire perché siano immediatamente sospesi l'ex-capo
della polizia Giovanni De Gennaro; Spartaco Mortola, nel 2001 capo
della Digos genovese e poi assurto al rango di vice questore di
Torino; l'ex questore di Genova, Francesco Colucci. Dalle ultime
notizie, infatti, c'è il grave sospetto che questi funzionari abbiamo
interferito pesantemente nelle indagini e nel processo in corso per i
fatti della Scuola Diaz, assicurando impunità e promozioni per i
responsabili. Se l'Italia fosse un paese normale avremmo avuto in
prima serata e sulle prime pagine dei giornali le prese di posizione,
e di distanza da costoro, da parte dell'attuale capo della polizia
Manganelli, del capo del governo Prodi, del ministro degli interni
Amato. Invece abbiamo il silenzio, che mi fa paura, perché sottende
ignoranza o compartecipazione, entrambi inaccettabili.

Scrivo a lei perché siano sospesi tutti i funzionari e gli agenti
rinviati a giudizio nei procedimenti in corso a Genova per i fatti
della Diaz e di Bolzaneto. Se l'Italia fosse un paese normale, i
funzionari imputati, avrebbero fatto essi stessi un passo indietro,
invece di occupare posti strategici per la sicurezza e la legalità nel
nostro paese.

Amnesty International, nei suoi interventi in tutto il mondo,
sottolinea ogni volta che di fronte a processi per abusi commessi
dalle forze dell'ordine, e per evitare che violenze sui cittadini si
ripetano, è indispensabile agire con il massimo rigore, allontanando
ogni ipotesi di impunità. Amnesty International reputa necessari
alcuni atti: la condanna politica delle violenze, condanne penali per
i colpevoli degli abusi e sospensione degli agenti sotto inchiesta.
Sono passaggi indispensabili per evitare che si crei un clima di
impunità, o che qualcuno si senta legittimato a tenere certi
comportamenti. Sono misure necessarie a tutelare la qualità della
democrazia. In Italia stiamo andando contro tendenza: gli imputati
"eccellenti" , invece di essere sospesi in attesa della sentenza, sono
addirittura promossi, ricevono premi ed encomi, nel totale disprezzo
delle regole minime di correttezza democratica ed istituzionale.

Queste promozioni, insieme alle intercettazioni pubblicate in questi
giorni, sono la dimostrazione che ai vertici delle forze dell'ordine e
del governo non ci si cura minimamente dei diritti di cittadinanza e
della credibilità etica e democratica delle forze di polizia.

Enrica Bartesaghi
Presidente Comitato verità e giustizia per Genova

Programma nazionale " Scuole aperte "

Dipartimento per l'Istruzione
> Direzione Generale per lo Studente
>
> Nota 28 novembre 2007
>
> Prot.n. 5906/P5
>
> Oggetto: Programma nazionale "scuole aperte". Indicazioni operative per lo sviluppo del programma, monitoraggio e valutazione
>
> La Legge 296/2006 (Finanziaria 2007), al comma 627, dispone che al fine di favorire ampliamenti dell'offerta formativa ed una piena fruizione degli ambienti e delle attrezzature scolastiche, anche in orario diverso da quello delle lezioni, in favore degli alunni, dei loro genitori e, più in generale, della popolazione giovanile e degli adulti, il Ministero della Pubblica Istruzione definisca criteri e parametri sulla base dei quali sono attribuie le relative risorse economiche.
>
> La successiva circolare ministeriale a firma del Ministro del 29 Agosto 2007 (prot. n. 4026/P5) ha presentato il programma nazionale "Scuole Aperte" per l'anno scolastico 2007/2008, definendo gli ambiti di intervento e le procedure attuative, che qui si intendono integralmente richiamate, e rinviando a successive indicazioni operative concernenti lo sviluppo del programma, il monitoraggio e la valutazione delle attività realizzate, la rendicontazione contabile delle risorse assegnate.
>
> La presente nota, che accompagna il piano di riparto delle risorse finanziarie annunciate nella predetta circolare, è pertanto finalizzata a favorire la realizzazione, negli ambiti già individuati, di azioni significative che siano volte ad ampliare l'offerta formativa delle istituzioni scolastiche ed a valorizzare le specificità territoriali, nell'intento di migliorare negli studenti il livello di apprendimento delle discipline curricolari e di sviluppare, in tutti i possibili fruitori del servizio, il senso di appartenenza alla comunità scolastica.
>
> Le risorse finanziarie indicate al punto 6-II della circolare precedentemente richiamata, per un importo complessivo di 34.000.000 di euro, sono state ripartite fra i diversi Uffici Scolastici Regionali in proporzione alla rispettiva popolazione scolastica, distintamente per le scuole statali e paritarie, come è desumibile dalla tabella di cui all'allegato A.
>
> Ciascuna Direzione regionale, allo scopo di ottimizzare l'utilizzo delle risorse assegnate:
>
> * inviterà le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, statali e paritarie, a proporre specifici progetti, negli ambiti precisati dalla circolare del 29 agosto sopra citata,
> * costituirà un nucleo di valutazione regionale o più nuclei di livello provinciale, per l'esame e la valutazione dei progetti presentati, avendo cura di garantire un'equa distribuzione territoriale delle risorse assegnate.
>
> I suddetti nuclei avranno i compiti di seguito specificati:
>
> * esaminare e selezionare i progetti pervenuti, promuovendo in particolare le iniziative da realizzare nelle aree di maggiore svantaggio socio-economico;
> * individuare le modalità di monitoraggio sull'attuazione dei progetti selezionati;
> * valutare l'efficacia e l'efficienza dei progetti finanziati;
> * indicare le procedure di rendicontazione che gli istituti scolastici interessati dovranno seguire, con particolare riferimento agli istituti paritari beneficiari dei finanziamenti.
>
> E' auspicabile che i finanziamenti di cui trattasi coesistano con altri provenienti da fonti diverse, sia delle scuole stesse che di Enti ed Istituzioni pubbliche e private interessate a sostenere le finalità del Progetto "Scuole aperte", soggetti con i quali le istituzioni scolastiche adotteranno le modalità di collaborazione precisate nel DPR 275/1999. E' dunque auspicabile che, pur nella loro diversa fruibilità temporale ed eterogeneità, tutti i fondi disponibili per lo sviluppo del presente Progetto confluiscano in un piano organico di ampliamento dell'offerta formativa delle scuole, nel quale le singole azioni siano tra loro connesse e tutte finalizzate all'acquisizione di conoscenze e competenze certificabili.
>
> Ciò premesso, si precisa che, in conformità a quanto già previsto dalla richiamata circolare del 29 agosto, i progetti delle istituzioni scolastiche dovranno collocarsi nei seguenti ambiti tematici:
>
> * Potenziamento delle attrezzature scientifiche e della didattica laboratoriale
> * Percorsi di approfondimento dello studio di Dante
> * Promozione dell'attività motoria e sportiva
> * Approfondimento della cultura e della storia locale
> * Potenziamento delle attività di ascolto e studio della musica
> * Promozione delle discipline artistiche, ad esempio: teatro, danza, arti figurative.
>
> Su queste tematiche sono già operanti presso il Ministero alcune commissioni tecniche che hanno elaborato dei contributi utili per la progettazione delle scuole. Tali schede sono consultabili collegandosi al sito www.pubblica. istruzione. it/normativa/ 2007/allegati/ scuoleaperte. zip.
>
> Per la promozione dell'attività motoria e sportiva, si rimanda alla circolare prot. n.5352/P5 del 9/11/2007 di questa stessa Direzione Generale.
>
> Ovviamente si prescinde dagli ambiti tematici sopraindicati relativamente alle iniziative progettuali rivolte alle fasce d'utenza specificate nel par. 4 della Circolare Ministeriale del 29 agosto 2007.
>
> I nuclei di valutazione nella definizione dei criteri per l'esame e la selezione dei progetti da finanziare, dovranno tener conto dei seguenti elementi al fine di garantire una cornice di unitarietà a livello nazionale:
>
> * svolgimento delle attività in orario diverso da quello dedicato alle lezioni curricolari;
> * realizzazione degli interventi in aree a rischio di devianza giovanile, in zone periferiche delle aree metropolitane, in territori che fanno registrare una forte carenza di centri di aggregazione giovanile o alti tassi di dispersione scolastica;
> * collaborazione con Enti Locali, associazioni ed altri soggetti pubblici e privati che operano sul territorio, con i quali sarebbe opportuno formalizzare i rapporti di collaborazione attraverso appositi accordi, convenzioni, protocolli d'intesa o atti similari;
> * promozione di reti di scuole e di reti interistituzionali, ovvero di "patti educativi territoriali" al fine di agevolare la possibilità di fruizione da parte degli studenti, delle famiglie e degli adulti in generale e di potenziarne la efficacia formativa;
> * organicità del progetto nel piano dell'offerta formativa;
> * coinvolgimento nella progettazione, delle rappresentanze delle famiglie, e nelle scuole di secondo grado, degli studenti;
> * previsione di una specifica fase di verifica, in itinere e al termine delle attività progettuali, circa l'efficacia delle stesse in riferimento agli obiettivi previsti ed ai risultati attesi.
>
> Una volta definita, la griglia di valutazione sarà oggetto di informativa alle OO.SS. di categoria.
>
> Si fa presente che una quota dei finanziamenti stanziati per la realizzazione dei progetti anzidetti, sulla base del riparto indicato nella tabella allegata, può essere destinata alla copertura delle spese necessarie per l'apertura, la vigilanza, il funzionamento e la pulizia dei locali della scuola durante le ore pomeridiane, ove l'E.L. competente non sia assolutamente in grado di assumersene l'onere.
>
> Altrimenti, la suddetta quota andrà ad incrementare il budget assegnato per il finanziamento delle attività progettate.
>
> I progetti, elaborati dai competenti organi collegiali, devono pervenire entro il 21 dicembre 2007 agli UU.SS.RR. o agli UU.SS.PP. di competenza, a seconda della scelta operata a livello territoriale dalle SS.LL.
>
> Gli adempimenti di esame e selezione dei progetti da parte degli USR dovranno concludersi entro il 20 gennaio 2008.
>
> Il piano regionale dei progetti selezionati, previo confronto con il FORAGS e con il coordinamento regionale delle Consulte degli studenti per la parte relativa agli istituti superiori, dovrà essere inviato alle scuole , perché possano immediatamente avviarne la realizzazione, e a questa Direzione Generale.
>
> Al riguardo si comunica che si sta procedendo alla costituzione di un gruppo di lavoro, di livello nazionale e composizione interdirezionale, che si interfaccerà con i nuclei di valutazione territoriali e con le Commissioni tecniche operanti presso questo Ministero già richiamate, con il compito di svolgere un'azione di monitoraggio e di valutazione dei progetti attuati nell'intento di aggiungere contributi significativi ai risultati della sperimentazione delle innovazioni introdotte nell'ordinamento del sistema scolastico nazionale.
>
> Si ringrazia e si confida nella consueta e professionale collaborazione delle SS.LL, tanto per la diffusione massima della presente, quanto per la sua puntuale applicazione.
>
> Il Direttore Generale reggente
> F.to Lucrezia Stellacci

venerdì 7 dicembre 2007

Protocollo d'intesa contro il bullismo

Ministero della Pubblica Istruzione

PROTOCOLLO D’INTESA
tra
Il Ministero della Pubblica Istruzione
e le
Associazioni Nazionali dei Genitori
VISTI gli articoli 2-3-13-19-32 della Costituzione Italiana, che garantiscono il rispetto
della dignità umana, delle libertà individuali e associative delle persone, e tutelano
da ogni discriminazione e violenza morale e fisica;
VISTA la legge 15 marzo 1997, n. 59 e in particolare l’art. 21 che riconosce personalità
giuridica a tutte le istituzioni scolastiche e consente alla scuola di interagire da
protagonista con le Autonomie locali, gli Enti Pubblici e le Associazioni del
territorio e ne stabilisce l’autonomia, quale garanzia di libertà di insegnamento e
pluralismo culturale;
VISTO il D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275, con il quale è stato emanato il regolamento recante
norme in materia di autonomia didattica e organizzativa delle istituzioni scolastiche
ai sensi dell’art. 21 della citata legge n. 59/97 ;
VISTA la Carta dei valori e della cittadinanza e dell’integrazione emanata dal Ministero
dell’Interno, con decreto del 23 aprile 2007;
VISTA la direttiva ministeriale prot. n. 5843 del 16 ottobre 2006 contenente le “Linee di
indirizzo sulla cittadinanza democratica e legalità”;
VISTA la direttiva ministeriale prot. n. 1455 del 10 novembre 2006 relativa alle indicazioni
ed orientamenti sulla partecipazione studentesca;
VISTE la direttiva ministeriale prot. n. 16 del 5 febbraio 2007, recante le linee di indirizzo
ed azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo;
VISTA la direttiva ministeriale prot. n. 17 del 9 febbraio 2007 sulla funzionalità delle attività
motorie nello sviluppo della persona e nella promozione della cultura della legalità;
VISTA la direttiva ministeriale prot. n. 2546 del 23 Maggio 2007, contenente le linee di
indirizzo per il “Piano nazionale sull'educazione alla legalità”
VISTI i Documenti internazionali, le Raccomandazioni dell’UNESCO e le Direttive
comunitarie relative all’educazione alla cittadinanza e alla legalità;
CONSIDERATO CHE
• la Costituzione, nel riconoscere e nel promuovere il diritto allo studio, garantisce a tutti
gli studenti l’esercizio del diritto di cittadinanza all’interno della comunità scolastica;
• la Legge 8 novembre 2000 n. 328, art. 1 c. 4, riconosce ed agevola il ruolo degli
organismi non lucrativi d’utilità sociale, delle fondazioni e degli enti di patronato, delle
organizzazioni di volontariato e di promozione sociale, di altri soggetti privati operanti
nel settore nella programmazione, nell’organizzazione e nella gestione del sistema
integrato di interventi;
• la scuola italiana, in conformità al dettato costituzionale, favorisce il dialogo
interreligioso e interculturale per far crescere il rispetto della dignità umana, e
contribuire al superamento di pregiudizi e intolleranza;
• è compito della scuola e della società civile rimuovere ogni forma di intolleranza,
violenza, pregiudizio e discriminazione nei confronti di ogni differenza e diversità
sessuali;
• la scuola italiana, in conformità al dettato costituzionale, promuove il rispetto della
dignità dei diritti umani, e l’affermazione della democrazia, intesa come forma di
governo basata sulla partecipazione attiva dei cittadini;
• la scuola italiana promuove la crescita comune dei giovani evitando divisioni,
discriminazioni e pregiudizi e favorisce un insegnamento fondato sulla conoscenza dei
diritti fondamentali, sull’educazione alla legalità, rispetto e benevolenza;
• la scuola italiana promuove la conoscenza della cultura e della religione di appartenenza
dei ragazzi e delle loro famiglie;
• le iniziative e le attività volte a contrastare ogni forma di violenza e di bullismo nelle
scuole e a diffondere la cultura della legalità fra i giovani sono degli interventi prioritari
del Ministero della Pubblica Istruzione;
• il Ministero della Pubblica Istruzione riconosce la necessità, anche in conformità con la
Risoluzione del Consiglio Europeo del 25 luglio 2003, di realizzare forme di
interscambio e di collaborazione tra la scuola e le agenzie formative operanti sul
territorio, al fine di valorizzare le specifiche potenzialità, di pianificare gli interventi e di
promuovere forme razionali di gestione delle risorse umane, strutturali e finanziarie;
• il Ministero della Pubblica Istruzione è impegnato nella realizzazione del piano del
benessere dello studente attraverso la rimozione degli ostacoli che impediscono il pieno
sviluppo e la valorizzazione della personalità umana e la piena potenzialità relazionale;
• le associazioni dei genitori propongono e realizzano interventi specifici nel settore
educativo e formativo, atti a prevenire episodi di bullismo e violenza giovanile anche a
scuola;
CONVENGONO QUANTO SEGUE
art. 1
• Il Ministero della Pubblica Istruzione e le Associazioni Nazionali dei Genitori, nel rispetto
dei propri ruoli e competenze istituzionali, si impegnano, attraverso il FONAGS, a porre
in essere congiuntamente iniziative volte a prevenire e contrastare ogni fenomeno di
violenza, di intolleranza tra i giovani all’interno dell’istituzione scolastica secondo le linee
di azioni e le modalità individuate nel presente protocollo.
Art. 2
Il Ministero, nell’ambito delle finalità di cui all’art.1, si impegna a:
• favorire la diffusione negli orari scolastici ed extrascolastici, nel rispetto dell’autonomia
delle singole Istituzioni scolastiche e nell’ambito della quota di flessibilità dei piani di studio
inseriti nel POF ed approvati dagli Organi collegiali di competenza, di percorsi pilota per la
valorizzazione delle diversità nell’ottica di una considerazione della specifica identità unica
e irripetibile di ogni studente;
• promuovere e sostenere progetti culturali e formativi che contribuiscano alla prevenzione e
comprensione del fenomeno del bullismo, compresi atti di intolleranza razziale o religiosa,
di violenza omofobica e di violenza giovanile in ogni sua forma fisica e psicologica;
• favorire la diffusione nel mondo della scuola dei progetti educativi, preventivi e di ricerca
realizzati e co-realizzati con le associazioni nazionali dei genitori;
• favorire la partecipazione di insegnanti, studenti e genitori a convegni, progetti ed eventi
organizzati dalle associazioni dei genitori e degli studenti, in collaborazione con le scuole;
• sostenere a livello nazionale, regionale e locale le attività promosse in attuazione del
presente protocollo.
Art. 3
Le Associazioni Nazionali dei Genitori si impegnano a:
• promuovere iniziative di sensibilizzazione, informazione e formazione rivolte agli studenti,
ai genitori e ai docenti su temi che riguardano la prevenzione di tutte le forme di bullismo,
compresi atti di intolleranza razziale o religiosa, di violenza omofobica e di violenza
giovanile in ogni sua forma fisica e psicologica;
• mettere al servizio dell’istituzione scolastica le metodologie e le competenze proprie
dell’associazionismo dei genitori ;
• studiare e ricercare metodologie e pratiche per ridurre e prevenire i fenomeni del bullismo,
della violenza e del disagio giovanile;
• collaborare nell’elaborazione di progetti di formazione dei docenti sulle tematiche relative al
bullismo e alla prevenzione di ogni forma disagio giovanile;
• offrire ai giovani e alle loro famiglie assistenza e informazioni relative ai fenomeni di
bullismo e di violenza nelle scuole;
Art. 4
• All’attuazione del presente protocollo sarà preposta una commissione mista permanente,
composta da due rappresentanti del Ministero e da un membro designato da ogni
associazione firmataria presieduta dal Direttore Generale per lo Studente. La commissione
curerà la corretta applicazione del presente protocollo, individuerà le modalità di diffusione
delle informazioni e promuoverà il monitoraggio delle azioni previste;
Art. 5
• Le azioni da realizzare sulla base del presente protocollo saranno concordate e deliberate dal
FONAGS;
Art. 6
• Il Ministero fornirà comunicazione agli Uffici Scolastici periferici e, per il loro tramite, alle
istituzioni scolastiche, alle Consulte degli studenti, alle associazioni degli studenti ed al
FORAGS, in merito alla stipula del presente protocollo;
Art. 7
• I profili organizzativi e di gestione, afferenti l’attuazione del presente Protocollo d’Intesa,
saranno curati dalla Direzione Generale per lo Studente, che assicurerà il necessario
coordinamento con gli altri uffici centrali interessati.
Art. 8
• Il presente protocollo ha validità di tre anni dalla data di sottoscrizione e può essere, d’intesa
tra le parti, modificato in ogni momento e rinnovato alla scadenza.
Il Ministro della Pubblica Istruzione Il Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori
F.to Giuseppe Fioroni della Scuola:
AGE (Associazione Italiana Genitori)
F.to Presidente Maurizio Salvi
AGESC ( Associazione Genitori Scuole Cattoliche)
F.to Presidente Maria Grazia Colombo
CGD (Coordinamento Genitori Democratici)
F.to Presidente Angela Nava
Hanno aderito le seguenti Associazioni nazionali
dei genitori:
ANFAA (Associazione Nazionale Famiglie adottive
e affidatarie)
F.to Presidente Donata Nova Micucci
AGEDO (Associazione Genitori di omosessuali)
F.to Presidente Paola Dell’Orto
GESEF (Genitori Separati dai figli)
F.to Presidente Vincenzo Spavone
MOIGE (Movimento Italiano Genitori)
F.to Presidente Maria Rita Munizzi
Resta ferma la possibilità di aderire al presente protocollo da parte delle Associazione dei genitori
che ne faranno richiesta presso la Direzione Generale per lo Studente.
Roma, 10 ottobre 2007