Paola Cortellesi imita il Ministro Gelmini

Messaggio Littizzetto a Maria Star Gelmini

martedì 30 settembre 2008

lunedì 29 settembre 2008

ITC "COSTA" LECCE Il "reality" entra a scuola (...o e' la scuola che entra nella realta'?)

Comunicato stampa

Chiesto il patrocinio ai ministri Gelmini e Brunetta
"Class Action"
rivoluziona il modo di fare scuola
Parte l'esperienza di una scuola di Lecce nell'introduzione di una "forma"
attualissima come il reality per insegnare "contenuti" importanti come la cultura d'impresa
www.classactionreality.it
Il "Costa" di Lecce è un istituto tecnico commerciale e, in quanto tale, ha tra i suoi compiti quello di formare i giovani nella capacità di creare impresa e saperla gestire. Oltre alle classiche discipline formative della cultura generale e della persona (italiano, storia, matematica, ...), sono molto presenti nel piano di studi le materie altamente specialistiche per far crescere dei piccoli manager: inglese, diritto, economia, informatica, che, nel loro insieme, forniscono le basi sia per proseguire negli studi universitari che per operare immediatamente in ambiente aziendale o, addirittura, per avviare in proprio attività imprenditoriali di ogni genere.

Una caratteristica che ha contraddistinto questa scuola dalle altre in Italia è stata sempre quella di guardarsi intorno e chiedersi in quale direzione si stesse muovendo la realtà operativa. Lo ha fatto nel 1996 quando ha allestito il primo web server in Italia presso un'istituto scolastico, lo ha fatto nel 2003 quando ha deciso di iper-specializzare i propri alunni nella comunicazione via web (vincendo per altro molti concorsi), lo sta facendo oggi introducendo una tecnica di partecipazione attiva assolutamente innovativa.

La nuova idea va sotto il nome di "Class Action - Azione di classe per fare impresa" e la grande novità introdotta è il contesto in cui viene realizzata questa esperienza formativa, ossia gli alunni della classe VB opereranno per otto mesi, da ottobre a maggio, nella gestione di una impresa reale come se fossero "concorrenti" in un "reality", contesto, quello del reality, che i giovani comprendono bene e che sentono molto vicino.

Cerchiamo di spiegare meglio l'idea e come funziona.
Il "reality" entra a scuola (...o è la scuola che entra nella realtà?)

Class Action è il primo esempio di come si può introdurre nella scuola una forma di istruzione assolutamente innovativa seguendo un "format" ben conosciuto e caro ai giovani: il reality.
Class Action non è trasmesso in TV bensì è on line su Internet: www.classactionreality.it (altro "luogo" molto vicino ai giovani), non ci sono quindi telecamere puntate sui "concorrenti" eppure quotidianamente i giocatori eseguiranno delle “azioni” sottoposte a valutazione e meritevoli di "punti", per questo il motto del gioco è "nulla dies sine linea", ossia "nessun giorno senza aver compiuto qualcosa" (letteralmente significa 'nessun giorno senza una linea', è una locuzione latina di Plinio il Vecchio riferita al celebre pittore Apelle, che non lasciava passar giorno senza tratteggiare col pennello qualche linea). Tutti gli utenti esterni (il pubblico) potranno seguire le “azioni” dei "giocatori" in internet, sul sito del gioco e potranno interagire con loro sostenendoli, dando loro consigli sulle mosse da effettuare ed esprimendo proprie valutazioni attraverso l'assegnazione di "voti".

Obiettivi dell’iniziativa. Contenuti e forma.

L’operazione “Class Action” è stata elaborata dai docenti dell’Istituto Tecnico Commerciale “Costa” di Lecce per gli alunni della classe 5B, gli intenti formativi sono diversi e possono essere sintetizzati nei seguenti punti:

· Applicarsi nella gestione di un’impresa reale: per tutta la durata della “partita”, dal 1 ottobre 2008 al 31 maggio 2009, gli alunni dovranno effettuare delle analisi di mercato, avere delle idee di business, prendere delle decisioni e applicarsi realmente affinché tali idee abbiano “successo”. Tutti i “concorrenti” eseguiranno azioni reali (stringeranno collaborazioni e stileranno contratti con aziende locali, produrranno materiale pubblicitario e illustrativo, creeranno piani strategici per sviluppare il turismo, l’economia, etc.). Spesso si parla di “simulazione d’impresa”, Class Action è “vera impresa”, non simulazione;

· Familiarizzare con l’idea di imprenditorialità creativa: tutte le “azioni” che i ragazzi attueranno saranno frutto di pura creatività; gli alunni dovranno cimentarsi nell'avere “buone idee”, “inventeranno” iniziative e progetti atti a raggiungere la “mission” della loro “azienda”, ossia incentivare l’economia, incrementare il turismo destagionalizzato, promuovere la crescita culturale e artistica del territorio; si tenterà di inculcare il concetto secondo cui con la creatività si può fare impresa;

· Interagire con la realtà economica ed imprenditoriale locale: dovendo realizzare azioni concrete di management, i ragazzi saranno in continuo contatto con le aziende di ogni genere e con gli imprenditori del territorio: aziende di produzione (eno-gastronomia, tessile, calzaturiero, meccanica, elettronica, etc.) e aziende di servizi (ricezione e ospitalità, ristorazione, commercio, etc.). Questo faciliterà la cognizione della realtà economica e lavorativa locale e aiuterà a colmare quel assodato “gap” che c’è tra mondo della scuola e mondo del lavoro;

· Approfondire la conoscenza e la dimestichezza con le nuove tecnologie: la realizzazione e gestione continua del sito web (www.classactionreality.it), le infinite interazioni con il pubblico attraverso i nuovi sistemi di comunicazione attiva (newsletters, forms, etc.), la minuziosa e dettagliata attività di e-mailing durante tutto l’evolversi della “partita”, renderanno gli alunni assolutamente esperti nell’uso di tutte le nuove tecnologie di comunicazione;

· Sviluppare un senso reale della misura del denaro: i ragazzi opereranno attivamente e concretamente con denaro “vero”. Avranno a disposizione un “fondo di operatività” ottenuto attraverso i contributi dall’esterno e dovranno scegliere di spendere il denaro a disposizione per la realizzazione delle varie azioni. Questo significa che dovranno operare delle scelte “intelligenti”, calibrando bene la quantità di denaro gestibile e la necessità e la possibilità di spenderlo. Se, ad esempio, all’inizio ai ragazzi verrà facile suggerire di promuovere una data operazione con l’affissione di venti manifesti giganti 6x3, una volta saputo il costo reale di una operazione del genere, capiranno che non è possibile né opportuno “svuotare” la cassa per un solo intervento;

· Sviluppare autoanalisi e autocritica: essendo tutte le “azioni” svolte dai ragazzi di pubblico dominio, ed essendo le stesse assoggettabili al giudizio e alla critica esterna, gli alunni saranno chiamati quotidianamente ad analizzare il proprio operato e a sviluppare la capacità di discernere tra un’azione errata ed un’azione ritenuta errata, con possibilità di replica, di approfondimento e di correzione;

Tutti questi “contenuti” sono poi proposti e veicolati attraverso l’utilizzo di una “forma” innovativa e accattivante per i giovani: il reality. Riteniamo sia banalmente intuitivo e molto facile immaginare l’entusiasmo e la partecipazione con cui gli alunni hanno accolto l’iniziativa.

Qual è l’argomento del “reality”?

La “partita” verrà giocata lungo l'arco dell'anno scolastico e la "materia" di gioco è lo sviluppo economico ed il rafforzamento dell'immagine di un 'brand', ossia i ragazzi dovranno potenziare con idee ed iniziative i servizi legati ad un 'marchio'. Il marchio è già esistente, è stato creato nel 2007 sempre da studenti della scuola, facenti parte della società cooperativa "Arianoa" ('aria nuova' in dialetto salentino) che opera all'interno dell'istituto. Il 'brand' da potenziare è "Repubblica Salentina", un’originale movimento concepito per promuovere il territorio del Salento, attraverso le leve della cultura, delle tradizioni, delle bellezze naturali, dei grandi eventi e della proverbiale accoglienza delle sue genti.

Chi sono i “concorrenti”?

I concorrenti di questo reality sono gli alunni della classe VB dell'Istituto Costa di Lecce. Sono 12 ragazzi e 10 ragazze, 22 giocatori che gareggiano tra loro, da singoli ed in team. Ogni giocatore fa infatti parte di un team a cui è assegnato un ruolo. Le foto dei ragazzi insieme alle singole presentazioni sono sul sito www.classactionreality.it

Quali sono i ruoli?

Tutti e ventidue i "concorrenti" del reality hanno uno o più ruoli nel game. I giocatori rappresentano dei piccoli "imprenditori" o "manager" a cui sono state affidate delle aree di lavoro di una impresa reale. Essi diventano pertanto dei responsabili d'area (le singole aree di lavoro possono essere consultate sul sito del gioco www.classactionreality.it) e sta a loro progettare e realizzare concretamente iniziative atte a sviluppare la propria area. Dovranno essere creativi, fattivi ed operativi, dovranno ideare nuove iniziative, stringere rapporti e stilare convenzioni con aziende ed enti del territorio, progettare e stampare materiale informativo e promozionale, produrre oggetti, occuparsi dei media e della comunicazione verso l'esterno, etc. In alcuni "ruoli" giocano da singoli, in altri sono in team con altri giocatori. Tutti insieme, come le tessere di un puzzle, formano una grande squadra che ha come unico scopo lo sviluppo economico e dell'immagine del brand "Repubblica Salentina".

"Nulla Dies Sine Linea" (Nessun giorno senza un’azione)

Questo è lo slogan del game. Infatti non ci sarà giorno in cui uno dei giocatori o uno dei team non avrà pensato o realizzato una “azione”. Una nuova idea, una convenzione, una vendita, un accordo d'affari, un piccolo passo avanti o un grande successo, un qualsiasi intervento da appuntare sulla bacheca del gioco e meritevole dell'assegnazione di "punti". Per circa otto mesi i giocatori saranno sotto pressione e sotto gli occhi dei "giudici".

Chi sono i “giudici”?

Se gara deve essere, allora ci sarà sicuramente chi dovrà "giudicare" le azioni dei giocatori. Di giudici ve ne sono di tre tipi:

I giudici supremi: i docenti. Sono loro che osservano da vicino tutte le azioni dei giocatori, stanno sul campo, vedono esattamente come l'azione è stata svolta e conoscono gli effetti ed i benefici che tale azione provoca o può provocare. Valutano caso per caso, azione per azione, il lavoro svolto dai team e dai singoli giocatori. I giudici supremi i esprimono in “punti”.
I watchers. Sono degli osservatori esterni, sono studenti anche loro (di età compresa tra i 14 e 19 anni) che periodicamente entrano nel sito e riscontrano il lavoro svolto dai singoli giocatori, dando loro una valutazione espressa in “quote”. I watchers sono selezionati dalla base operativa ma c'è la possibilità anche per altri studenti di far parte di questa categoria, è sufficiente proporre la propria candidatura inviando una mail.
Il pubblico. Al pubblico esterno che osserva il gioco attraverso questo sito è data la possibilità di valutare le singole azioni dei giocatori o le azioni svolte da un team e di inviare ed esprimere il proprio “voto” on-line per le azioni più gradite.


Cosa può fare il pubblico?

Per Class Action il pubblico è importante, molto importante, essenziale!
Non saranno telespettatori ma internauti, chiunque vorrà si potrà collegare al sito e partecipare alla gara dei ragazzi. I visitatori potranno conoscere, valutare e fornire il proprio voto alle azioni quotidiane svolte, potranno svolgere la funzione di consulenti e suggerire ai giocatori, ad un team o al giocatore preferito una nuova mossa o un'idea per ottenere successo imprenditoriale, potranno applaudire o criticare le diverse iniziative, insomma saranno spettatori, giudici, consulenti e critici, in una continua interazione via web con i giocatori.

Chi vincerà?

Come per ogni reality che si rispetti, anche Class Action avrà il suo vincitore, anzi, saranno più di uno e le categorie sono le seguenti:

Giocatore - Vi sarà un primo, secondo e terzo classificato tra i 22 giocatori in gara. Naturalmente vince chi avrà ottenuto alla fine degli otto mesi di gara il punteggio più alto, tenendo conto dei "punti" (forniti dai giudici supremi), delle "quote" (fornite dai watcher) e dei "voti" (forniti dal pubblico);
Team - Anche tra i nove team ci sarà un primo, un secondo ed un terzo classificato. Il punteggio del team è ottenuto sommando i vari punteggi di ogni singolo giocatore appartenente al team;
Sesso - Essendo la classe composta da un numero quasi bilanciato di ragazze (10) e ragazzi (12), vi sarà anche un "sesso" vincitore ed uno perdente. Naturalmente, una volta fatte tutte le somme dei punteggi, sarà rispettata la proporzione delle squadre (10 ragazze vs. 12 ragazzi).
Con quale denaro “lavoreranno” i ragazzi?

Si rivolgono al pubblico e al privato, alle istituzioni (Regione, Provincia, Comuni, Camera di Commercio, Confindustria, ...), alle grandi aziende (banche, insediamenti produttivi, alberghi, società di servizi,...), alle piccole aziende, ai commercianti, ai propri genitori e parenti, ai propri docenti e, infine, anche ai singoli privati per raccogliere quel che sarà il fondo di operatività. Il fondo di operatività rappresenta il denaro con cui i "giocatori" potranno realizzare concretamente i singoli progetti della "partita", quei progetti studiati per sviluppare le diverse aree di azione e che, tutti assieme, hanno come obiettivo la promozione del territorio salentino (culturale, artistica, turistica, produttiva, etc.) da cui tutti, ma proprio tutti, trarranno benefici. Tutti i contributi in entrata e tutte le spese saranno capillarmente documentati e resi pubblici sul sito. Ogni singolo "finanziatore", ente, società o privato che sia, sarà inserito nel "libro dei sostenitori", mentre ogni singola spesa, ogni acquisto, ogni servizio sarà riportato nel "libro delle realizzazioni".

Approfondimenti, immagini e foto sul sito ufficiale del game: www.classactionreality.it

Foto dei "concorrenti" e della classe in alta risoluzione saranno fornite su richiesta.

Ringraziamo per l'attenzione e auguriamo buon lavoro.

I.T.C. "Costa"
Piazzetta De Sanctis, 10 - 73100 Lecce
Tel. 0832/306014 - Fax: 0832/303935
www.costa.clio.it - itc.costa@clio.it

domenica 28 settembre 2008

Scuola, anno zero?

Si apre su questi temi la tre giorni della Festa Democratica del PD.
CoratoLive
27 settembre 2008
di Vittorio Vaccaro
Il PD apre la “festa democratica” con il primo dei tre dibattiti organizzati per l’occasione. Tema: la Riforma Gelmini. “Scuola anno zero. I costi sociali del decreto Gelmini”.
Si potrebbe (o addirittura, si dovrebbe) parlare di un “anno zero” per la scuola italiana, cioè di un brusco segnale di rottura rispetto all’esperienza di gestione dell’apparato scolastico degli anni precedenti? Il tema è stato ampiamente dibattuto nel primo di tre incontri organizzati dalla sezione coratina del PD in occasione della “Festa Democratica”.
Giuseppe Di Bisceglie, moderatore dell’incontro, ha introdotto brevemente le complesse tematiche da discutere, passando subito a presentare i relatori invitati per l’occasione dell’auditorium della Biblioteca Comunale: Claudio Menga, segretario generale FLC-CGIL di Bari; Aldo Sciscioli, ex-dirigente scolastico nelle scuole elementari e superiori; Corrado De Benedittis; l’Assessore alla Pubblica Istruzione Franco Caputo.
La prima parola spetta al Claudio Menga che dopo aver ripercorso le tappe dei decreti varati dal precedente governo di centrodestra, in particolar modo dal ministro Moratti, passa ad analizzare l’art.64 del Decreto Brunetta (25 giugno 2008, n. 112) che “già proponeva un ingente numero di tagli da spalmare lungo il triennio.
Si parla di 87.000 unità per il settore docenti e di 45.000 unità a danno del personale Ata”. Tagli giustificati dall’allora ministro “con l’obiettivo di raggiungere una quota-risparmio di 8.000.000.000€”. “
A fornire l’occasione per legittimare questi tagli - prosegue il segretario FLC-CGIL - sarà il Ministro Gelmini, in accordo con il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, attraverso il decreto-legge che introduce la figura del maestro unico.
Il messaggio è passato ma tra un anno ci sarà da piangere. Solo nella provincia di Bari prevediamo 1256 docenti e 275 lavoratori del persona Ata che l’anno prossimo non saranno riconfermati. Infatti i 137.000 tagli previsti dal decreto Brunetta, diluiti nei tre anni stabiliti, si concentreranno maggiormente nel prossimo anno”.
Il “decreto Gelmini” mira a sopprimere gli istituti scolastici che non superano una certa soglia.
Quali saranno le conseguenze per gli allievi diversamente abili di questi istituti? La domanda viene del moderatore ed è rivolta al secondo relatore chiamato a intervenire: l’ass. Caputo.
Pur ammettendo di non poter affrontare il discorso cifre e dati alla mano, l’assessore risponde genericamente sottolineando la necessità di “scattare una fotografia complessiva della scuola italiana come della scuola a livello locale. La categoria dei docenti, oggi più che mai massacrata, a Corato risulta divisa a metà sull’argomento del maestro unico”.
Richiamato a fornire una risposta per la domanda specifica sul destino degli allievi diversamente abili negli istituti al di sotto delle cifre stabilite risponde: “Ogni istituto è soggetto a questa soglia sotto la quale va accorpata, in maniera verticale o orizzontale. L’accorpamento, tuttavia, interessa più la dirigenza e il personale che gli alunni”.
Il Aldo Sciscioli critica l’idea di una “Scuola come la Cenerentola della vita nazionale, che vive di alti e bassi”, allude a “motivazioni strettamente economico-finanziarie per i provvedimenti adottati dal nuovo decreto” e lamenta la scarsa attenzione prestata negli anni a una riforma della scuola superiore.
Quanto ai tagli? “Non possono subentrare a una situazione già incandescente, la scuola è stanca di fare da cavia”. Sulla funzione del maestro unico, l’ex-dirigente non ha dubbi: “abbiamo detto basta al maestro tuttologo anni fa. Non è pensabile che un insegnante segua tutti i corsi di specializzazione resi necessari dal costante cambiamento delle tecniche riguardanti l’ampliamento delle forme di trasmissione del sapere. A questo punto – aggiunge – meglio il maestro coordinatore proposto dalla Moratti!”.
In parlamento ci sono delle proposte degli organi collegiali, sono proposte ancora inascoltate, ma perché? Per non parlare del tema della formazione-reclutamento dei docenti e dei dirigenti: una questione presa sottogamba”.
Incalzato dai successivi impegni, è Claudio Menga a riprendere la parola per una precauzione contro eventuali fraintendimenti: “Non si chiudono le scuola con questa razionalizzazione, come sottolineato dall’Assessore Caputo negli accorpamenti ci rimetteranno dirigenti e personale Ata. In quel decreto, tuttavia, per la prima volta sono indicati anche i criteri per la formazione delle classi”. Arriverà a rimpiangere la Moratti dei bei tempi, il sindacalista, ora che “la Gelmini non ha nemmeno una motivazione pedagogica per il suo maestro unico, ormai superato. Vogliono solo una scuola a basso costo che entri in competizione con la scuola privata”. Interviene per ultimo il Corrado De Benedittis che, dal canto suo, ci tiene a tirarsi fuori dall’idea del “rimpianto Ministro Moratti” che “da maggio 2001, con il blocco dell’immissione in ruolo, ha dato il primo colpo alla scuola pubblica”.
Quanto al decreto Gelmini e, in generale, al clima degli ultimi mesi su scala nazionale: “Il Paese è vittima di un provincialismo mediatico intriso di qualunquismo con lo scopo di far passare scelte di restringimento dei diritti”. Quindi, i cosiddetti fannulloni? “E’ vero il contrario, abbiamo classi esplosive, docenti precari, carenza di fondi”.
Nella scuola superiore accadrà la stessa cosa. La riduzione degli indirizzi e l’accorpamento delle classi di concorso. Aumenteranno le ore di lavoro da 18 a 24 (a parità di stipendio) facendo saltare una cattedra ogni tre docenti, una cattedra che con gli accorpamenti diventerà una cattedra e mezza. Nel frattempo si riduce l’orario dei ragazzi”. Provvedimenti che, per De Benedittis, fanno da preludio a “quella mattanza istituzionale chiamata federalismo, a carico del Sud”.
Per ultimo il temutissimo “voto in condotta”, accompagnato dalla “votazione in decimi”. Interviene Sciscioli: “il semplice numero, se non è accompagnato da un giudizio esaustivo, non esprime le motivazioni e non serve. Quanto al voto in condotta, non si sentiva il bisogno di aggredire i ragazzi in questa maniera. Ora che tutto dipende da un numero il Consiglio scolastico non ha più autonomia”.
Pochissimo spazio per il dibattito e gli interventi della platea, uno dei quali interroga l’assessore sulla possibilità di dare un segnale, a livello comunale, dal punto di vista delle risorse finanziarie. Il Comune risponde: “lo stanziamento dei fondi è sempre in aumento, per il resto i comuni sono totalmente ingessati”.

sabato 27 settembre 2008

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Sign for CONTRO IL MAESTRO UNICO


VI° rapporto di Cittadinanzattiva su sicerezza, qualita' e comfort degli Istituti Scolastici

Cittadinanzattiva presenta il VI Rapporto su sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici. Zero in condotta sulla sicurezza delle scuole. Impegniamoci come per una missione di pace.
Una cantina umida per fare ginnastica, spazi verdi incolti e privi di recinzione, aule riscaldate con stufe elettriche alla faccia del risparmio energetico, termosifoni che cadono, aule poste sotto il livello stradale, porte scrostate, infiltrazioni di acqua, tubi e fili a vista, pavimenti e sanitari vecchi e rotti, impianti elettrici risalenti agli anni Quaranta, ascensori non collaudati...

Campagna Imparare Sicuri 2008 di Cittadinanzattiva

LA CAMPAGNA IMPARARESICURI 2008 PROMOSSA DA
CITTADINANZATTIVA
si svolge
sotto l’Alto Patronato del PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CON I PATROCINI DI
Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali
Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali
Ministero per la Gioventù
IN COLLABORAZIONE CON
Il Dipartimento della Protezione Civile
CON IL SOSTEGNO DI
Fondazione Johnson&Johnson
AFED-AfidampFab
e di
ABB
Coop Consumatori Nord Est
Fondazione MSD
TNT

venerdì 26 settembre 2008

Scuola domani proteste contro riforma Gelmini

Roma, 25 set. - La protesta contro la riforma Gelmini della scuola attraversera' domani tutta l'Italia. Appuntamento principale alle 9 nella capitale con un presidio, organizzato dai Cobas, davanti al ministero dell'Istruzione......



giovedì 25 settembre 2008

Riforma della scuola: un contributo ed una proposta per Corato

Un contributo del prof. Gaetano Bucci.
di La Redazione
Timidamente e in modo piuttosto improvvisato anche a Corato si comincia a parlare della riforma della scuola della neo-ministra Mariastella Gelmini. Esigenze di carattere generale e aspetti della politica nazionale si intrecciano con considerazioni sulla scuola nel nostro territorio e a Corato con spunti originali ma improduttivi sul piano degli interventi concreti.
Per questo desidero, dopo il pezzo su «Eventi & Commenti» di luglio in cui ho parlato del “declino della scuola” e stimolato da due recenti pezzi apparsi sul sito CoratoLive.it, affrontare con qualche considerazione il tema della “riforma Gelmini” incrociandolo con alcuni dati e aspetti della scuola locale.
La prima considerazione che bisogna fare è che se si affronta la “questione scuola” partendo da basi “ideologiche” non si va da nessuna parte. In tal caso dovremmo non solo delegittimare chi governa, ma anche la recente storia italiana. Il che è evidentemente un errore. Ed è proprio quello che la sinistra ha da sempre fatto, considerando l’istruzione, specie quella della scuola superiore e dell’università, come una sorta di “feudo ideologico e riserva culturale” da cui attingere forza e consenso, specie quando è all’opposizione.
Questa impostazione è caduta non perché Berlusconi abbia vinto le elezioni più volte negli ultimi anni, ma per il semplice fatto che essa è “slegata” dalla concretezza storica. Tanto è vero che i maggiori errori nella gestione della scuola italiana sono stati commessi negli ultimi lustri proprio da ministri di sinistra come Luigi Berlinguer e Tullio De Mauro, che, tra l’altro, erano “esperti” del settore.
Un altro limite dell’impostazione alla critica che oggi si muove alla Gelmini è quello di doversi regolare sul punto di vista dei sindacati, specie di CGIL-CISL-UIL, che da oltre vent’anni sono stati una sorta di “grande lobby” o “clientela organizzata” dei partiti di centro sinistra all’interno della scuola. Basti pensare che la contrattazione nazionale è regolata dalla loro cosiddetta “forza di rappresentanza”, che di fatto, purtroppo per loro, non supera complessivamente il cinque per cento dei lavoratori della scuola.
Detto questo oggi per parlare della scuola bisogna emendarsi da pregiudizi di tipo ideologico e politico e guardare la realtà, evitando, dall’altro lato, di cadere nella logica opposta della piaggeria verso chi è al governo del paese e non dovrebbe “giocare” col futuro formativo dei giovani. Bisogna, pertanto, fare critica libera e, soprattutto obiettiva. Fare proposte concrete e senza condizionamenti, tenendo conto di ciò che effettivamente non va nella scuola italiana attuale.
Il punto di partenza, ormai lo sanno tutti, è la concreta ed effettiva situazione di “arretratezza e inadeguatezza”, misurata direttamente sulle conoscenze e competenze medie degli studenti, e, indirettamente su una serie di altri elementi che, viceversa, non vanno imputati ai ragazzi, ma al contesto formativo e, soprattutto, alla incapacità dello stato di organizzare il sistema scolastico, farlo funzionare, controllarlo e intervenire per correggerlo nei punti critici.
Questi sono i veri punti di partenza e su di essi bisogna sviluppare una riflessione “onesta e severa”insieme. Altrimenti si cade nella solita “melassa ideologica” o nell’interesse di parte, nella asfittica prospettiva di singoli partiti e sindacati, nel calcolo bieco di piccole lobby e negli egoistici interessi personali di periferia, specie di quelli che si annidano tra le pieghe dei singoli istituti scolastici.
Detto questo, se si guarda attentamente a ciò che la Gelmini sta proponendo questi giorni, si osserva che in parte il suo approccio è in continuità con quanto già il ministro Giuseppe Fioroni, anche lui di matrice cattolica, aveva cominciato a fare, e cioè sopperire ai bassi livelli qualitativi della “formazione-istruzione”.
La parte di discontinuità espressa dalla Gelmini si trova invece dove il precedente ministro, condizionato dai molti interessi ideologici, partitici e sindacali, non poteva di fatto operare. Ovvero nell’individuare, molto giustamente e opportunamente, la necessità di una “razionalizzazione” della spesa e nell’indirizzare le risorse non solo verso “insegnanti e presidi”, ma verso l’efficienza del servizio e l’efficacia dell’azione formativa.
D’altra parte, per esempio, come si fa a negare che le maggiori risorse assegnate alla scuola negli ultimi anni, sia dal governo centrale attraverso i fondi d’istituto e altre provvidenze, sia dall’Europa attraverso gli ingenti fondi di sviluppo nazionale e regionale, non hanno prodotto alcun miglioramento delle conoscenze degli studenti, e che, spesso, è avvenuto proprio il contrario?
Come si fa a negare, sempre per stare nell’esempio, che i famosi “fondi d’istituto” non sono andati a premiare i professori più bravi, ma quasi sempre solo i più furbi, che non hanno premiato le scuole migliori ma solo quelle più “traffichine”?
Come si fa a negare che gli stessi dirigenti scolastici, quelli che sostengono che “la scuola non è un’azienda” e che “uno studente non è un pezzo da catena di montaggio”, hanno, proprio loro, cavalcato il “bisogno” dei progetti più per un fatto pubblicitario, per una vana questione d’immagine e, talvolta, anche di tornaconto personale, piuttosto che per un’esigenza effettiva degli studenti?
Come si fa a negare che questi ultimi e le loro famiglie con l’autonomia, quella che doveva liberare dall’oppressione statalista, anziché avere più voce in capitolo nella vita delle scuole, sono stati ricacciati ai margini delle decisioni e hanno dovuto “sorbirsi” astrusi piani formativi, insegnamenti e indirizzi di studio mai scelti, progetti stravaganti, interventi didattici strampalati e incoerenti con quello che a loro effettivamente serve per proseguire negli studi o per trovare lavoro nella vita?
E’ vero che l’insuccesso di un sistema formativo non dipende solo dalla scuola e che sono molti i fattori che incidono, ma oggi tocca di provvedere a sistemare ciò che “nella scuola non funziona”. Non ci sono scuse, né tanto meno vuoti “sociologismi”. Per fare ciò bisogna partire da valutazioni “endogene” del cosiddetto “mal di scuola”, e mettere sotto accusa non l’autonomia in quanto tale, ma questa sorta di “confuso e indistinto anarchismo” gestionale, organizzativo e amministrativo che sta generando mostruosità che nulla hanno a che fare con i principi costituzionali del diritto all’istruzione e della libertà di insegnamento.
A questo punto ci vuole più stato, più controllo, più eteroferenzialità, più correzioni del sistema, più razionalità nelle applicazioni normative.
Se proprio la dobbiamo dire tutta è stata proprio una certa “cultura dell’irresponsabilità”, maturata all’interno della scuola, in primis da parte di certi insegnanti ipocritamente sindacalizzati e presidi “falsi dirigenti”, che ha distrutto negli ultimi vent’anni le conquiste degli anni Settanta che dovevano portare ad un sistema di grande partecipazione democratica della scuola.
Non sono stati forse i sindacati di CGIL-CISL-UIL, tanto per fare un solo esempio, che hanno distrutto gran parte dei diritti acquisiti dai professori negli anni Settanta e Ottanta, a cominciare dal divieto di sciopero contrabbandato con “obbligo dei servizi minimi garantiti”?
Tutti gli organi collegiali, le assemblee, le commissioni e gli istituti di garanzia nella scuola sono ormai poco più che “fantasmi”, organismi “formali” senza una capacità di vero indirizzo e controllo del sistema. Anche le rappresentanze sindacali d’istituto non sono nella maggior parte dei casi che piccoli centri di potere particolare senza nessun aggancio alle esigenze dei lavoratori della scuola e ai loro diritti, anche in funzione del servizio da rendere agli studenti.
E’ allora evidente che a fronte di tale situazione dire che bisogna decidere solo “dal basso”, come ha detto Vito De Leo, è come dire una bestemmia ed è fare pura demagogia, perché proprio “dal basso” sono venuti molti guai.
Venga, per esempio, il prof. De Leo oggi al Collegio dei Docenti della mia scuola, l’Istituto Statale d’Arte di Corato, e veda che cosa si decide “dal basso”. Un bel niente. Anzi meno che niente. Afasia totale!...
C’è invece bisogno di riprendere in mano la situazione e augurarsi che “dal basso” maturi una nuova etica della responsabilità, ma nel frattempo è bene e opportuno che qualcuno “dall’alto” cominci a sistemare le cose.
Per questo credo che le proposte della ministra Gelmini, che pure su singoli punti sono discutibili, aprano ad un metodo nuovo e che contengano novità di notevole rilevanza per il “funzionamento del sistema”. L’approccio di non considerare l’intervento governativo nella scuola solo come intervento sociale ma come investimento economico è senza dubbio positivo per il futuro stesso dei giovani. E, al punto in cui siamo giunti, non mi sento di respingerlo.
In tale prospettiva sono condivisibili una serie di misure che mettono fine a tanti sprechi, come, tanto per fare alcuni esempi, quelli di costosi e inutilizzati laboratori, di un’infinità di indirizzi di studio, dispersivi e poco funzionali alla formazione di base, di corsi serali in cui il numero dei docenti supera quello dei discenti, di un esercito di personale ausiliario che spesso più che svolgere servizi crea disservizi.
Come pure sono condivisibili gli investimenti nella formazione dei docenti e nelle tecnologie di supporto all’insegnamento. L’attribuzione delle risorse sulla base di “costi standard dei servizi” e non di “costi storici” dove si sono annidati veri e propri privilegi, zone franche di vero e proprio parassitismo scolastico, come avviene oggi a tutto favore di pessime scuole tecnico-professionali a discapito degli istituti liceali dove invece c’è maggior bisogno di formare studenti che siano centrali per qualificare il futuro socio-economico e scientifico del nostro paese.
Su questi punti e su come essi possono “parametrarsi” nelle scuole di Corato si dovrebbe aprire subito un dibattito pubblico sostenuto da tutti, in primis dall’Amministrazione locale e dai singoli Dirigenti scolastici, e attivamente partecipato da docenti, studenti e genitori.
Spero che ciò avvenga, magari sotto forma di una “grande conferenza cittadina”, e che, in quella sede, si scoprano un po’ le carte e possano trovarsi strade nuove per rendere meno aleatorio il diritto (ahinoi diventato “sogno”) dei giovani, anche di quelli di Corato, ad una scuola effettivamente capace di aprire ad un futuro migliore».

Scuola XXI aprile occupata contro il maestro unico

di online@quotidiano.net (online@quotidiano.net) Quotidiano.net - Mer 24 Set - 15.10

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Bologna, 24 settembre 2008 - Dalle parole ai fatti. Dopo aver deciso l'occupazione della scuola, sul cancello delle elementari XXI aprile è comparso uno striscione che recita: "Scuola XXI aprile occupata, in assemblea permanente contro la scuola a 4 ore e contro il maestro unico". La firma è di genitori e insegnanti dell'assemblea permanente della scuola.

mercoledì 24 settembre 2008

Casarano, Radiofarmaci: Cittadinanzattiva non partecipera' all'incontro....

OGGETTO: – incontro con le Associazioni richiesto da SPARKLE s.r.l. su centro radiofarmaci.

Facendo seguito alla comunicazione indicata in oggetto e pervenuta via fax, questo Movimento di Cittadinanzattiva, con le reti presenti sul territorio del Tribunale per i diritti del malato – Procuratori dei cittadini e Coordinamento Associazioni Malati Cronici, ritiene quanto meno improprio l'invito così formulato dalla Sparkle in quanto, a nostro parere, non avrebbe avuto titolo a farlo.

domenica 21 settembre 2008

Marinano in gruppo la scuola: fermati dalla polizia

Sorpresa amara per quanti questa mattina hanno marinato la scuola a Lecce. Gli agenti di polizia hanno fermato 125 studenti e poi telefonato ai rispettivi genitori, i quali erano all’oscuro di tutto

martedì 16 settembre 2008

Scuola D@y

http://www.ilsole24ore.com/dossier/Italia/2008/scuola-day/

domenica 14 settembre 2008

Sull'argomento: " insegnante unico ", Cinzia Olivieri scrive

Sull'argomento : "insegnante unico "Sull'argomento "insegnante unico", invio di seguito un estratto del resoconto della seduta dell'11 settembre della VII^ Commissione http://www.camera. it/_dati/ leg16/lavori/ bollet/chiscobol lt.asp?content= /_dati/leg16/ lavori/bollet/ framedin. asp?percboll= /_dati/leg16/ lavori/bollet/ 200809/0911/ html/07/, relativo al tema.

Per le implicazioni in materia organizzativa che implicherà la modifica normativa, i consigli di circolo e di istituto saranno necessariamente coinvolti.
Pertanto bisogna essere preparati all'evento anche perchè sembrerebbe che le scuole sono chiamate a modulare l'offerta oraria secondo le richieste delle famiglie.
Inoltre bisognerà coordinare le modalità organizzative che continueranno a coesistere.

I regolamenti chiariranno (spero) i quesiti che al momento mi pongo leggendo la discussione che segue.
Ne riporto intanto alcuni brevi passaggi con altrettanto sintetiche note di commento.

Si legge nel resoconto che con l'art. 4 del DL 137/08 "si consente dunque di ricostituire classi con il maestro unico". L'espressione "si consente" significa che è una scelta facoltativa tra i vari modelli organizzativi?
Si legge infatti in prosieguo che "Accanto alla reintroduzione delle classi ad insegnante unico (...) si deve comunque tener conto delle esigenze di una più ampia articolazione del tempo-scuola sulla base delle richieste delle famiglie" ed ancora che il tempo scuola deve essere funzionale alle esigenze della didattica ma anche dell'"utenza" .
Quindi "In ragione della domanda delle famiglie, vi potranno pertanto essere differenti articolazioni dell'orario scolastico".
Quante e quali opzioni possono proporsi?

Si sostiene che con tale provvedimento
- "si amplia la libertà di scelta delle famiglie che volessero occuparsi dell'educazione dei propri figli in orario pomeridiano" .
Tale libertà era soddisfatta anche ora con le 30 ore settimanali, articolando l'attività su 6 giorni tutti in orario antimeridiano o altrimenti con rientri e/o prolungamenti solo in alcuni giorni.
- "si recupera la funzione educativa del docente, quale punto di riferimento" .
Non credo che essa sia stata impoverita in precedenza.
- "nel sistema odierno spesso non è stata data in concreto alle famiglie la possibilità di scegliere per le 27 ore, obbligandole di fatto aoptare per il tempo pieno".
Non direi.
Piuttosto spesso non si è lasciata la possibilità di scegliere tra 27 e 30 ore. Ovvero tra tempo pieno e prolungato. Oppure settimana corta o lunga. Tempo compattato tempo prolungato.. .
Ma fino a che punto la scuola può tenere conto delle esigenze delle famiglie? E come ed in che tempo deve prevedere la consultazione?
Quando mai si è realizzato un POF di territorio preceduto da un'attività di monitoraggio per venire incontro alle esigenze dell' "utenza"?
Quante articolazioni di orario possono essere effettivamente previste?
Il POF rappresenta l'offerta della scuola. Essa offre ed il genitore sceglie sulla base dell'offerta. Di massima l'opzione oraria è tra A e B.
Potenzialmente più ampia (ma non sempre) è l'opportunità sulle ore opzionali.

Contestando poi che la riforma costituisca un ritorno al passato si evidenzia che rispetto ad allora "è stata riconosciuta in legge ordinaria prima ed in Costituzione poi, l'autonomia scolastica e con il decreto n. 275 del 99 è stata di fatto abolita la rigidità e l'unicità dei modelli organizzativi e quindi anche il modello dei 3 insegnanti su due classi".
Ciò quindi significa che anche l'insegnante unico non può nè deve costituire l'unico modello organizzativo?

Non riesco poi bene a cogliere come con questa organizzazione si riesca ad "ottimizzare le ore di insegnamento e quindi, di apprendimento degli studenti" soprattutto considerando le necessità connesse alle integrazioni dei diversamente abili.

Quanto alle "medie" credo che esse non tengano conto delle variabili legate all'ambiente, alla società, alla storia, al territorio.

Ovviamente il confronto è appena iniziato ... e mi auguro non già concluso.
Sarà interessante conoscere il dibattito che seguirà

Saluti
Cinzia
http://www.apritisc uola.it/genitori /inrete/campania /napoli/

http://www.camera. it/_dati/ leg16/lavori/ bollet/chiscobol lt.asp?content= /_dati/leg16/ lavori/bollet/ framedin. asp?percboll= /_dati/leg16/ lavori/bollet/ 200809/0911/ html/07/
(...)
Ricorda quindi che l'articolo 4, comma 1, stabilisce che, nei regolamenti da adottare ai sensi dell'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 per la riorganizzazione del servizio scolastico e dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico delle scuole, si preveda che le istituzioni scolastiche costituiscono classi assegnate ad un unico insegnante e funzionanti con un orario di ventiquattro ore settimanali. Con la disposizione in commento, si consente dunque di ricostituire classi con il maestro unico, secondo il modello organizzativo tradizionale della scuola elementare vigente fino al 1990. Accanto alla reintroduzione delle classi ad insegnante unico, la disposizione in commento specifica ulteriormente che nei regolamenti si deve comunque tener conto delle esigenze di una più ampia articolazione del tempo-scuola sulla base delle richieste delle famiglie. Secondo quanto specificato nelle relazioni al provvedimento, ciò significa che, nella definizione dei regolamenti, l'articolazione del tempo-scuola deve essere prevista in funzione non soltanto delle esigenze di riorganizzazione didattica, ma anche delle esigenze dell'utenza. In ragione della domanda delle famiglie, vi potranno pertanto essere differenti articolazioni dell'orario scolastico. Il comma 2 dell'articolo in esame prevede l'adeguamento del trattamento economico spettante ai docenti che si troveranno ad operare nelle classi con unico insegnante, che avverrà in sede di contrattazione collettiva. Tale adeguamento si rende necessario in quanto l'orario settimanale della classi a maestri unico è superiore rispetto alle ore di lezione che ciascun docente è tenuto a svolgere secondo le vigenti previsioni della contrattazione collettiva, pari a 22 ore settimanali.
La norma individua le risorse finanziarie necessarie per far fronte agli oneri
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derivanti dall'adeguamento retributivo nella quota parte delle economie di spesa discendenti dalla realizzazione degli obiettivi della razionalizzazione prevista dal citato articolo 64, decreto-legge n. 112 del 2008 e destinata al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Rileva che questa disposizione interviene sul segmento della scuola primaria che era stato interessato da modifiche ordinamentali con il decreto legislativo 59 del 2004, che aveva introdotto la differenza tra «apprendimenti fondamentali» non negoziabili e «apprendimenti opzionali» e «facoltativi», prevedendo in 27 ore il tempo scuola necessario per i primi e 3 ore per gli altri, quelli di natura opzionale. Il decreto in esame, rafforza, dunque, la scelta del decreto 59 che, peraltro aveva anche introdotto l'insegnante tutor quale insegnante prevalente del team, indicando in 24 ore il tempo scuola non negoziabile e quindi da considerare come unità organizzativa di base per l'acquisizione degli alfabeti essenziali della cultura e dei contenuti delle aree disciplinari di studio. In più, evidenzia come l'intero modulo possa essere affidato anche ad un solo insegnante. Con ciò si ottengono due effetti sicuramente positivi per il sistema educativo: si amplia la libertà di scelta delle famiglie che volessero occuparsi dell'educazione dei propri figli in orario pomeridiano e si recupera la funzione educativa del docente, quale punto di riferimento, non solo per gli insegnamenti, ma anche dal punto di vista relazionale, ricordando inoltre che nel sistema odierno spesso non è stata data in concreto alle famiglie la possibilità di scegliere per le 27 ore, obbligandole di fatto aoptare per il tempo pieno. Osserva che non è corretto parlare di «ritorno al passato» paragonando questo modello a quello degli anni '70-'80. Da allora sono cambiate molte cose, ma soprattutto è cambiata la cornice giuridica entro cui i modelli organizzativi ordinamentali si giustificano: è stata riconosciuta in legge ordinaria prima ed in Costituzione poi, l'autonomia scolastica e con il decreto n. 275 del 99 è stata di fatto abolita la rigidità e l'unicità dei modelli organizzativi e quindi anche il modello dei 3 insegnanti su due classi.
Precisa che dall'anno scolastico 2004/2005, inoltre, in virtù del decreto n. 59 citato, il 73 per cento delle classi della scuola primaria ha attivato la figura del tutor ed il 40 per cento di queste classi ha affidato questa figura ad un solo insegnante. Né può valere l'obiezione che la scuola primaria sia tra le migliori scuole nei confronti internazionali. La scuola primaria, o elementare, è stata punto di eccellenza del sistema formativo del nostro Paese, ben prima dell'ingresso della organizzazione didattica per moduli, grazie alla capacità e generosità di generazioni di maestri, di direttori didattici e di famiglie attente ai beni primari dei loro figli: l'educazione e la cultura di base. Semmai, occorrerebbe ripensare proprio agli ultimi due anni della scuola primaria, visto che gli apprendimenti dei nostri ragazzi cominciano ad essere scadenti dopo i nove anni fino ai quindici come confermano da troppi anni le rilevazioni dell'OCSE con riferimento al PISA. Osserva quindi che l'aver inserito questa misura in un decreto legge si giustifica, inoltre, in una logica di vincoli di bilancio che impongono inderogabili economie di spesa previste dalla legge n. 133 del 2008 e che tendono a coniugare riqualificazione della spesa pubblica e qualità. Anche in quest'ottica, dunque, l'organizzazione del lavoro nel primo ciclo, ma in particolare nella scuola primaria, richiede una revisione dei criteri di assegnazione e di utilizzo dei docenti finalizzata ad ottimizzare le ore di insegnamento e quindi, di apprendimento degli studenti. Ricorda che la questione, d'altra parte, era stata affrontata in modo dettagliato già dal «Quaderno Bianco sulla scuola», curato dai Ministri dell'economia e dell'istruzione del Governo Prodi nel settembre 2007, allorquando al paragrafo 4.3, pagine 45 e seguenti, si sosteneva che «per quanto riguarda gli studenti, le ore effettive medie di lezioni, orario discente, possono essere più elevate di quelle curriculari, se essi ricevono ore di insegnamento frontale per sperimentazioni con
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un monte ore più esteso di quello ordinario (...) ovvero se, nella stessa ora di corso, sono previsti due insegnanti, col risultato che gli studenti ricevono di fatto due ore di insegnamento. È quanto avviene nella scuola primaria, per alcune discipline tecniche, ovvero nel caso di studenti diversamente abili la cui istruzione richiede insegnanti supplementari. In Italia, in particolare, si può stimare che tali fattori facciano sì che le ore di insegnamento effettivamente ricevuto eccedano l'orario strettamente curricolare in media di circa il 18 per cento nella scuola primaria, dove è particolarmente elevata la compresenza per fare fronte anche al tempo pieno, di circa 16 per cento nella scuola secondaria di primo grado e di circa il 12 per cento nella scuola secondaria superiore, dove la compresenza è associata ad una forte frammentazione disciplinare non generalista. A parità del resto, ciò tende ad accrescere ulteriormente il numero di insegnanti necessari per studente.»
Osserva quindi che nel caso della scuola primaria, l'eccesso di circa il 60 per cento del rapporto insegnanti/studenti dell'Italia, rispetto al valore OCSE, è spiegato per circa la metà dal maggiore impegno orario degli studenti; per circa un quinto dal minore impegno orario degli insegnanti; per meno di un terzo dalla minore dimensione delle classi». Ritiene che si comprenda, per questo, perché, sempre come sostiene il «Quaderno Bianco», «nel confronto internazionale ai valori raccolti dall'OCSE, l'Italia mostri un valore del rapporto insegnanti per 100 studenti del 20 per cento superiore alla media: 9,1 insegnanti nel 2004 contro una media di 7,5 nell'OCSE, meno di 7 in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, facendo riferimento ai cicli primario e secondario infanzia esclusa, per cui è possibile la comparazione. La differenza è assai più marcata nella primaria (9,3 insegnanti per 100 studenti in Italia, contro una media OCSE di 5,9, che nella secondaria inferiore, rispettivamente 9,7 e 7,3, e superiore rispettivamente 8,7 e 7,9.» Tutte queste considerazioni giustificano, dunque, ampiamente la scelta del Governo sia di merito, con il maestro unico, che di metodo, tramite il ricorso al decreto-legge, e semmai rilanciano con forza un rinnovato investimento sulla formazione iniziale dei docenti della scuola primaria, affinché gli stessi siano preparati a svolgere con competenza e professionalità il proprio compito, a cominciare dalle sfide costituite dalla competenza in lingua inglese e in informatica, apprendimenti obbligatori fin dalla prima classe. Evidenzia, a tale ultimo proposito, che negli anni Novanta il Ministro Falcucci aveva già previsto la formazione di insegnanti nella lingua inglese, senza peraltro che a tale previsione seguisse un riscontro concreto.
(...)

giovedì 11 settembre 2008

Risultati Congresso Territoriale Cittadinanzattiva Casarano (LE)

I risultati del congresso territoriale di Cittadinanzattiva

Tribunale Per I Diritti Del Malato
tdm_pocasarano@auslle2.it
Casarano, 09/09/2008

Presidio Ospedaliero “F. Ferrari” -73042 CASARANO -( FAX 0833/508393
e-mail: tdm_pocasarano@auslle2.le.it- www.tdmcasarano.it
COORDINATRICE TERRITORIALE ASL LE – AREA SUD: Anna Maria De Filippi

Il 04 settembre 2008 si è svolto il congresso locale di Cittadinanzattiva relativo all'Assemblea territoriale di Casarano che comprende n. 57 Comuni ricadenti nella ex ASL LE2.

Durante i lavori congressuali è stato presentato l'intenso lavoro svolto nelle sedi del Tribunale per i diritti del malato, allocate negli Ospedali di Casarano – Gallipoli – Maglie (Poggiardo-Scorrano) e quello di tutte le reti operanti.....

martedì 9 settembre 2008

Scuola: drappi neri contro la Gelmini

(ANSA) - ROMA, 9 SET - In quaranta scuole della capitale, la maggior parte elementari, l'anno scolastico lunedi' 15 settembre prossimo iniziera' nel segno del lutto. Drappi neri all'entrata delle scuole e fasce nere al braccio delle maestre, un tangibile segno di rivolta contro la riforma Gelmini. Capofila della protesta che si e' estesa rapidamente agli istituti di dieci municipi della capitale, la dirigente scolastica del 123esimo circolo didattico, Simonetta Salacone.

Scuola, la Provincia di Milano fa guerra alla Gelmini

Scuola, la Provincia di Milano dichiara guerra al ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. E lo fa con tanto di lettera aperta agli studenti e ai genitori, dove l’amministrazione guidata da Filippo Penati vagheggia di «inquietante ritorno al passato», di «trent’anni di positiva sperimentazione gettati al vento» e, perché no, di aver «avviato un’opera di distruzione della scuola pubblica, funzionale forse alla privatizzazione».

Scuola, Gelmini: 10.000 edifici scolastici non sono sicuri

Reuters - Lun 8 Set - 12.21
MILANO (Reuters) - Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha detto oggi che in Italia sono 10.000 gli edifici scolastici che non soddisfano le condizioni di sicurezza di base.

"E' stata realizzata un'indagine che mette in evidenza che esistono in Italia 10.000 edifici non sicuri", ha detto la titolare dell'Istruzione in un'intervista trasmessa dal programma di approfondimento "Panorama del giorno", in base alla trascrizione fornita dall'emittente.

"Occorre uno sforzo nazionale a tutti i livelli per fare in modo che le nostre scuole siano sicure", ha aggiunto il ministro, specificando che la situazione nazionale presenta un quadro molto variegato, con scuole moderne affiancate ad altre ridotte in un condizioni fatiscenti........

domenica 7 settembre 2008

Scuola: Unicobas, Sciopero e Manifestazione 3 Ottobre

(AGI) - Roma, 6 Set. - Sciopero e manifestazione nazionale a Roma venerdi' 3 ottobre contro i tagli annunciati nella scuola con provvedimenti del ministro Gelmini. Lo annuncia il segretario nazionale dell'Unicobas Stefano D'Errico. -

Per maggiori informazioni visita Agi

Gelmini: scuola con meno professori, ma piu' pagati

ROMA - ''La politica, sulla scuola, e' da trent'anni che si comporta in maniera irresponsabile. In questo modo si e' rubato il futuro ai giovani della mia generazione, ma sui cittadini italiani del 2020 non si deve scherzare: il loro destino non puo' essere oggetto di bassa speculazione politica''. Lo ha detto all'ANSA il ministro dell'Istruzione, Universita' e Ricerca, Mariastella Gelmini.

sabato 6 settembre 2008

Decreto Legge 1 settembre 2008, n. 137

Disposizioni urgenti in materia di istruzione e universita'.

venerdì 5 settembre 2008

Circolare Ministeriale 4 settembre 2008 n. 71

Elezioni degli organi collegiali a livello di istituzione scolastica
anno scolastico 2008/09

mercoledì 3 settembre 2008

Gelmini docet: studenti e professori la ricreazione e' finita

Gelmini docet: studenti e professori la ricreazione è finita
terrymarocco Sabato 30 Agosto 2008

Mariastella Gelmini, ministro dell’Istruzione, si prepara al primo giorno di scuola, ma per lei gli esami sono cominciati già da una settimana.
Con le sue parole sui docenti del Sud ha fatto piangere anche la sua prof siciliana...