Paola Cortellesi imita il Ministro Gelmini

Messaggio Littizzetto a Maria Star Gelmini

giovedì 28 febbraio 2008

DA SOPPRIMERE ALCUNI ORGANI COLLEGIALI

servizio speciale
DA SOPPRIMERE ALCUNI ORGANI COLLEGIALI

Sono ormai evidenti alcuni processi in atto nella scuola statale: crollano i livelli di apprendimento degli allievi nel confronto internazionale e in assoluto; diminuisce la popolazione studentesca in particolare nella scuola media e in quella superiore; una parte dell’utenza si trasferisce nella scuola paritaria; la questione sindacale ha rivelato anomalie in grado di bloccare qualunque evoluzione virtuosa dei livelli di efficacia.Uno Stato sano reagirebbe con un’analisi seria della situazione e apportando correttivi coraggiosi al sistema istruzione: curare un tumore con l’aspirina vuol dire sacrificare il paziente!Purtroppo assistiamo a una continua sottovalutazione della situazione e non si vedono all’orizzonte governanti capaci di invertire la tendenza.Una delle cause della crisi della scuola statale è a nostro avviso la proliferazione oltre ogni logica degli Organi collegiali.È nostra opinione che la metà di questi organi collegiali debba essere soppressa, e in particolare, quelli da conservare, debbano essere potenziati e valorizzati. Proponiamo di sopprimere i seguenti otto OO. CC.:
la Giunta Esecutiva,
il Collegio dei Docenti,
l’assemblea studentesca
l’assemblea ATA
il comitato dei genitori
l’assemblea dei Genitori
la RSU.
l’Organo di Garanzia.
1. La Giunta esecutiva non ha più ragione di esistere in quanto il nuovo regolamento di contabilità amministrativa attribuisce i poteri di indirizzo e di controllo al Consiglio d’Istituto e i poteri gestionali al dirigente scolastico, individuando in questa figura quasi il ruolo di un amministratore delegato. È quindi il dirigente scolastico con il suo staff che predispone l’ordine del giorno del consiglio e ne esegue le delibere.
2. Il collegio dei docenti è emanazione diretta delle assemblee sessantottine: un organo irresponsabile che decide dei propri carichi di lavoro e che è la principale causa del disastro della scuola statale. Lungi dall’avere compiti di approfondimento didattico, il collegio delibera sull’orario di lezioni. Ci sono collegi che hanno deliberato la riduzione dell’unità oraria da 60 a 45 minuti senza recupero, o collegi che hanno deliberato di non applicare la legge sul tutor prevalente, o collegi che non vogliono il trimestre solo perché così si evita la settimana di scrutini e si riducono le prove di verifica degli allievi. Assegnando potere deliberante ai collegi si crea un conflitto insanabile con gli interessi generali della scuola e dell’utenza e risulta impossibile raggiungere obiettivi di qualità, quale quello dell’aggiornamento del personale.
3. L’assemblea studentesca è un’altra eredità irresponsabile del sessantotto: l’attribuzione di capacità politiche ai sedicenni, che una maturità politica non hanno ancora conseguito. Chi frequenta le assemblee studentesche sa bene che tale organo collegiale è altamente diseducativo: o si tratta di un giorno di vacanza o di una situazione che sfugge a ogni controllo e viola le misure minime di sicurezza e produce atti di vandalismo e di bullismo.
4. L’assemblea ATA è un organo pletorico, non ha poteri deliberanti e crea nel personale la pericolosa illusione che possa determinare i propri orari e i propri carichi di lavoro sulla base di esigenze personali e non sulla base delle esigenze di servizio. Non sono pochi i casi in cui il personale ATA chiede di poter effettuare i turni sulla base delle esigenze di pendolarismo o su quella delle esigenze familiari.
5. Il comitato dei genitori non ha mai prodotto effetti positivi nelle scuole, sia perché la presenza dei genitori ruota continuamente determinando la discontinuità del Comitato, sia perché i genitori sono già rappresentati in consiglio d’istituto dove possono avanzare le proposte che ritengono più opportune.
6. L’assemblea dei genitori non può produrre effetti positivi sulla gestione della scuola per due motivi: generalmente non é mai rappresentativa in quanto non si raggiunge il quorum del 51%. In secondo luogo i genitori sono già rappresentati all’interno del consiglio di classe e del Consiglio d’istituto e mescolare rappresentanza diretta e rappresentanza elettiva produce solo confusione.
7. La RSU ha costituito una innovazione che ha contribuito non poco a distruggere la già scarsa efficienza delle strutture gestionali scolastiche. Rappresenta il corrispettivo dei consigli di fabbrica in azienda, ma la scuola non è un’azienda e il dirigente scolastico non è il padroncino della fabbrica per cui non può essere la controparte dei lavoratori. Mentre il consiglio di fabbrica esercita un potere di controllo e di difesa nei controlli della proprietà che ha interessi di profitto e quindi di sfruttamento dei lavoratori, il ds non è la proprietà, è un dipendente come gli altri, non ha fini di profitto. La scuola è semplicemente una struttura pubblica che deve fornire un servizio essenziale ai cittadini. Nei fatti la RSU, col suo potere di interdizione, ha in questi anni conseguito il solo obiettivo di ritardare l’approvazione del fondo d’istituto e del programma annuale con gravi conseguenze per l’efficacia del servizio e per le stesse remunerazioni dei lavoratori. La legge assegna già al Consiglio d’istituto poteri di controllo sul DS e sulla sua gestione.
8. L’Organo di garanzia sui provvedimenti disciplinari degli allievi (come se non bastasse duplicato a livello regionale), non ha motivo di esistere in quanto le sanzioni non sono erogate da un organo monocratico (il preside), ma da un organo collegiale (il consiglio di classe o quello d’istituto. Nel nostro Paese solo il TAR può invalidare la delibera di un Organo collegiale scolastico, per cui non si comprende il senso della creazione di tale organo che non fa che complicare l’attribuzione di una punizione scoraggiando i docenti in tal senso.
Roberto Tripodi

http://www.aetnanet.org/modules.php?name=News&file=print&sid=10073#DA_SOPPRIMERE_ALCUNI_ORGANI_COLLEGIALI

martedì 26 febbraio 2008

lunedì 25 febbraio 2008

Scuola mia, quanto mi costi?

Scuola, Fissati i Tetti Di Spesa Per i Testi Delle Superiori


Roma, 25 feb. - (Adnkronos/Ign) - Per i libri di testo di una quinta professionale non si potranno spendere più di 120-140 euro l'anno; 370 euro, invece, sarà la spesa massima di un alunno che frequenterà la terza classe di un liceo classico.

E' quanto prevede il decreto firmato dal ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni con cui vengono fissati già per l'anno scolastico 2008/2009 i tetti di spesa per i testi scolastici scelti dai docenti per ciascun anno di scuola secondaria superiore.

Dal prossimo anno, quindi, a differenza di quanto è avvenuto in passato, spiega una nota del dicastero di viale Trastevere, il costo dell'intera dotazione libraria dovrà essere mantenuto entro i limiti massimi di spesa indicati nel decreto. Si tratta di un'innovazione che viene incontro ai circa 2 milioni e 600 mila ragazzi che frequentano le scuole statali superiori e che potrà consentire alle loro famiglie di contenere, almeno in parte, le spese per l'istruzione dei propri figli.

Il decreto prevede per ogni anno di corso e per ogni tipologia di scuola il prezzo massimo complessivo della dotazione libraria entro la quale i docenti potranno operare le proprie scelte. Con i nuovi ''tetti'', alla luce del monitoraggio effettuato quest'anno, il 40% delle classi delle scuole superiori italiane dovrà abbassare l'importo complessivo della spesa per i libri.

Il ministero fornisce quindi alcuni esempi di quanto costeranno al massimo i libri alle famiglie sommando i prezzi di tutti e cinque gli anni di studio.

Per un istituto professionale la spesa non potrà superare in media 913 euro; per gli istituti tecnici, che costeranno durante i cinque anni poco più di 1.200 euro, si oscillerà dai 1.115 euro previsti per 'l'aeronautico' ai 1.290 di un 'nautico'.

E mentre per gli 'artistici' (licei artistici ed istituti d'arte) la spesa massima complessiva per tutti e cinque gli anni sarà mediamente di 1.000 euro, studiare nei licei classici e scientifici costerà al massimo 1.490 euro.

Le famiglie dei ragazzi che percepiscono un reddito massimo di 15.000 euro possono altresì usufruire della gratuità parziale dei libri prevista dalla Finanziaria 2007 (art. 1, comma 628) per i primi due anni di corso.

Il ministero dell'Istruzione ha anche attivato un sistema di rilevazione delle adozioni dei libri di testo, in modo tale da poter tempestivamente controllare gli eventuali sforamenti dei limiti di spesa da parte delle scuole. Il mancato rispetto dei tetti di spesa sarà tempestivamente contestato alle scuole inadempienti.


Per maggiori informazioni visita Adnkronos

Firenze: successo della consultazione sugli Organi Collegiali della scuola

Cronaca Universo 'scuola': proposte chiare e trasparenti per genitori e studenti

Firenze: successo della consultazione sugli Organi Collegiali della scuola.
Per la prima volta in Italia interpellata l'intera comunita' scolastica

Firenze, 23 Feb. - Non era mai accaduto che il Dirigente di un Ufficio Scolastico Provinciale ( Provveditorato agli Studi), si mobilitasse per incontrare chi , nella scuola, studia e lavora. Il Provveditore agli Studi di Firenze, Rosa De Pasquale, sta lavorando assiduamente alla consultazione degli Organi Collegiali che, per tanti motivi e decenni, non è mai riuscita a decollare, rimanendo così a latere. Il suo obiettivo, in primis, risulta essere una collaborazione sinergica con il Forum delle Associazioni dei genitori per poter, finalmente, gestire la scuola attraverso un processo educativo basato sulla comunicazione tra docente e studente, una sorta di auto ed etero arrichimento proprio dello scambio con l'intera comunità che, intorno alla scuola, vive e lavora. La cosa che incuriosisce e che risulta essere innovativa è la metodologia mirata e , oserei dire, di assoluto interesse, che La De Pasquale sta cercando di realizzare, attraverso un intervento congiunto che coinvolgerà tutte le zone della provincia a cui proporrà incontri di formazione per rappresentanti di classe e di istituto. Non solo, questa coraggiosa Dirigente sta cercando anche di rigettare la proposta di abolizione del rappresentante di classe ( già avanzata da ben 14 disegni legge negli ultimi 12 anni), e garantirne un numero pari a quello dei docenti in Consiglio di Istituto proprio per arrivare ad ottimizzare le risorse. Già il vice presidente del Quartiere 3 L. Ridolfi aveva definito 'fondamentale una conferenza dei servizi nella scuola che si confronta con il territorio.Anche il dirigente dell'Istituto comprensivo Montagnola - Gramsci di Firenze, D. Bizzarri, si è unito con entusiasmo a tutte queste idee, invitando tutte le associazioni a coinvolgere i genitori per spiegare loro in cosa consiste la 'realtà scuola': per non renderli estranei a quello che potrebbe apparire un calderone aleatorio. Così sia i genitori che gli studenti, date le premesse, sono molto contenti di ricevere, ed è un loro diritto, una scuola con proposte chiare e trasparenti. Per capire questa 'ventata di aria fresca' e le novità che essa potrebbe portare, occorre fare un passo indietro per capire perchè e come questi organi sono nati. Trentaquattro anni fa, era il 1974, con il Decreto Delegato n.416, si istituivano gli Organi Collegiali in ogni ordine di scuola. Essi nascevano sotto la spinta di un movimento di lotta che aveva investito la scuola italiana per molteplici aspetti: i contenuti dei programmi, gli ordinamenti, il suo carattere selettivo. 'Il movimento', però, fu paricolarmente severo nei confronti di questi organi, e le critiche vertevano essenzialmente sulla mancanza del loro potere a livello di scelte non sostenute da risorse adeguate. In sostanza gli Organi Collegiali vennero considerati come un tentativo di burocratizzazione e ingabbiamento da parte delle stesse forze che li avevano promossi. I risultati furono anche peggiori delle previsioni, infatti essi si sono trasformati nell'arena di battaglie di potere e clientele dei sindacati confederali ed appiattiti dalle scelte del ministero e dell'amministrazione. Ecco perchè ora, ai nostri tempi, è quanto mai necessaria e imprescindibile una riforma che garantisca una reale gestione sociale, quale garanzia di una concreta attuazione di nuovi e moderni, Organi Collegiali. Sarà una strada in salita che vedremo concludersi sabato 19 aprile con la seduta plenaria in visione dal nostro nuovo Governo e spero che presto, possa attuarsi in tutte le regioni d'Italia.
Lara Nicolini

sabato 23 febbraio 2008

Relazioni interpersonali e ascolto empatico

Un convegno al liceo Siciliani

Si svolto ieri presso il liceo Pietro Siciliani di Lecce il convegno "La valenza dell'ascolto empatico nell'odierna relazione interpersonale-Cura e conoscenza dell'altrui bisogno"
In attuazione delle linee programmatiche individuate nel piano dell'offerta formativa del liceo "Pietro Siciliani" di Lecce, sono state implementate, nel corrente anno scolastico, varie iniziative funzionali a consolidare i rapporti col territorio, nella considerazione inclusiva delle istanze implicite ed esplicite provenienti dalle studentesse e dagli studenti, nonché dalle rispettive famiglie. Al fine di concretizzare e sostenere il legame anche con gli ex studenti e con le loro associazioni, gli organi collegiali del liceo salentino hanno accolto la richiesta di Raffaela Prete, già allieva del Siciliani sino all'a.s. 1995/1996, rivolta ad ottenere la concessione di supporto organizzativo e spazi dedicati, per la realizzazione di un convegno monotematico, intitolato "La valenza dell'ascolto empatico nell'odierna relazione interpersonale – Cura e conoscenza dell'altrui bisogno". L'evento in parola, svoltosi ieri, ha focalizzato la valenza dell'ascolto empatico, quale validissimo strumento di crescita ed auto-conoscenza, per valorizzare la centralità di tutti e di ciascuno, garantendo la soluzione condivisa di ogni forma di disagio, nelle dinamiche del successo formativo, nell'inclusione sociale e dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, in sintonia con gli indirizzi dell'Unione Europea e col novellato DPR 249/1988(Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria). Il canovaccio dei lavori di studio ha registrato una prospettiva multidisciplinare di indagine filosofica, modulata propedeuticamente sui contesti educativo-relazionali o di cura, nella interpretazione dei bisogni reciproci di rapporto interpersonale, per la prevenzione del disagio. Hanno collaborato all' iniziativa vari esperti afferenti all'Università del Salento, agli Atenei di Bologna e Messina, in collaborazione con i rappresentanti politico-istituzionali del territorio pugliese. Sono intervenuti, tra gli altri, Carlo Nestola (Dirigente Scolastico), Loredana Capone (Vice Presidente della Provincia di Lecce), i docenti Angela Perucca, Francesco Fronterotta, Aurelio Meschini, Marco Piccinno, Alcino Siculella, Alessandro Taurino (Università del Salento), Francesco Gatto (Università di Messina). Ha partecipato, inoltre, Vincenzo Leone (Direttore Sanitario della Comunità "Emmanuel"), Maurizio Daggiano ed Andrea Canevaro (Università di Bologna), con un contributo video. Il meeting, aperto ai vari pubblici attivi nel pianeta salentino di istruzione e formazione, ha coniugato i processi di progettazione curricolare del liceo Siciliani con le linee guida per la prima attuazione dell'obbligo di istruzione, innalzato a dieci anni per effetto del Regolamento adottato con Decreto del Ministro della Pubblica Istruzione n. 139/2007, in applicazione della Legge 27 dicembre 2006, n. 296. In considerazione dell'alta valenza scientifico-culturale riflettente la proposta culturale, nello stile delle buone pratiche generanti le competenze chiave per la cittadinanza attiva, la scuola leccese ha concretizzato l'iniziativa nei locali dell'aula Magna di via Leuca, con il patrocinio di vari enti e istituzioni territoriali: Provincia di Lecce, Università del Salento (facoltà di Scienze della Formazione), Ministero della Pubblica Istruzione e associazione salentina per la Lotta Contro il Cancro.
Paolo Palomba

martedì 19 febbraio 2008

Sedicenti Psicologi nelle scuole dell'Emilia Romagna? (www.giulemanidaibambini.it)

Supporto a genitori e bambini, o promozione di farmaci?

Questa è un’intervista resa alla nostra redazione da Gianni Zappoli,
delegato del Centro Formazione e Ricerca “Don Lorenzo Milani” - nota
istituzione sociale per l’assistenza pedagogica ai più deboli - su di una
vicenda veramente inquietante: un’associazione che – con il beneplacito di
funzionari di un’istituzione pubblica - consiglierebbe senza riserve l’uso di
psicofarmaci a genitori ed insegnanti, in quanto “privi di effetti collaterali”.
Non sono medici, non sono psicologi, ma prendono posizione contro l’ASL
di Bologna, competente territorialmente, e dirottano le famiglie ad un’ASL
del Veneto “dove è più facile ottenere le metanfetamine per i bambini”.
Medicalizzazione self-service?

Ci dica in breve cosa è successo…

E’ successo che qualche giorno fa un genitore si è rivolto alle nostre strutture,
essendo la nostra una realtà notoriamente impegnata nel mondo della scuola, per
avere un consiglio ed un conforto. Il motivo dell’incontro è stata la forte perplessità
sorta in questo genitore in seguito ad un approccio avvenuto giorni fa con
un’associazione di Bologna, tale “AGAP - Associazione amici di Paolo”.

E di cosa si occuperebbe questa associazione?

Diciamo che si presenta come un “supporto” per genitori e bambini che vivono
situazioni di disagio comportamentale, in particolare bambini iperattivi, sofferenti
della – peraltro discussa - sindrome del deficit di attenzione, l’Adhd.

Come mai il genitore in questione era “fortemente perplesso”?

Beh, molto semplicemente perché gli è stato spiegato - dopo una serie di giri di
parole - che lo psicofarmaco è una soluzione efficace. Li definiscono “stracollaudati”,
e privi di effetti collaterali, eccetera, il tutto con toni molto tranquillizzanti, tali da
invogliare senza riserve al consumo. Ancor più sconcertante è l’affermazione che
“durante le quattro ore di efficacia dello psicofarmaco è possibile insegnare al
bambino le cose con efficacia”, quasi fosse una specie di “ammaestramento”
possibile grazie al farmaco.

Da un medico dell’associazione?

No, il punto è proprio quello: era sì un rappresentante dell’associazione, ma non era
un medico. Diciamo che al genitore è stata prospettata la soluzione farmacologica
come la soluzione migliore in molti casi, utilissimo, senza rischi, eccetera.

E siete sicuri non si trattasse di un medico?

Abbiamo verificato con cura i nominativi, nessun responsabile dell’associazione a
noi noto risulta essere iscritto all’albo dei medici. Ma il problema non è solo quello
della forte preoccupazione di questo genitore per questi “consulti” azzardati per
telefono, ma più in generale Lui, incuriosito, ha preso informazioni – che poi ci ha
riferito e documentato per iscritto – sui progetti che questa associazione segue
nelle scuole dell’Emilia Romagna, e ne emerge in effetti un quadro ancor più
preoccupante. Pare che quest’associazione promuova una campagna nelle scuole,
un vero e proprio invito alla “medicalizzazione del disagio”, inquadrando i problemi
del comportamento dei bambini come problemi clinici e “suggerendo” lo
psicofarmaco come una soluzione efficace. Noi non entriamo certo nel merito
dell’utilità o meno di utilizzare un farmaco, ma queste sono questioni delicate, che
devono afferire alle strutture specialistiche, e non – con tutto il rispetto – ad
associazioni che nulla hanno a che fare con la clinica e la medicina

Cos’altro risulta che dicano agli insegnanti ed ai genitori, questi signori?

Mah, una cosa che ci ha davvero sconcertato, è che pare prendano posizione contro
la Direzione Regionale Sanità, in particolare contro la dott. sa Elisabetta Frejaville,
giudicata troppo “morbida” sulla questione psicofarmaci. Ma ancor più grave è come
dipingono l’ASL di Bologna, ed anche l’unità di neuropsichiatria dell’Ospedale
Maggiore: li criticano senza riserve, al genitore al telefono han detto che a questi
specialisti di Bologna “non frega proprio niente dei bambini”, e che essi “dedicano
troppo poco tempo a questi problemi dei bambini”. Conosciamo di nome il dott.
Giancarlo Rigon, che segue la neuropsichiatria sul territorio, e non ci sembra
un’incompetente. Certamente prescrive pochi psicofarmaci, ovvero solo ai casi
estremi e quando lui lo ritiene giusto, ma questo non giustifica una “migrazione” di
piccoli pazienti verso lidi più permissivi…

In che senso “migrazione”? Vengono portati in altre ASL?

Si, sempre gli operatori di questa associazione, sulla cui competenza non vogliamo
esprimerci, suggeriscono ai genitori di togliere i bimbi dal centro di Bologna e di
portarli a San Donà di Piave, dove “si ottengono le prescrizioni degli psicofarmaci
senza problemi”. Stanno li tre giorni, poi ritornano indietro nella città di residenza
con la ricetta per gli psicofarmaci, ottenuta “facilmente”.

Questo è davvero sconcertante. E i “corsi” dei quali accennava prima, che
taglio hanno? Sono organizzati direttamente nelle scuole?

Sono corsi nei quali si spiega che questi problemi del comportamento dei bambini
sono una “malattia”, e che quindi sono necessariamente da “curare”. E non solo: a
volte sono organizzati anche con il beneplacito del Ministero.

Scusi, lei sostiene che il Ministero Pubblica Istruzione è d’accordo?

Si. Non è difficile da dimostrare, con la documentazione in nostro possesso, non
trova? (ci ha esibito un manifestino d’invito ad un convegno, in effetti su carta
intestata del Ministero Pubblica Istruzione, Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia
Romagna). L’organizzazione del corso è a cura di tale dottoressa Monica Pavan, che
dice di essere una psicologa.

Perché usa il condizionale?

Perché all’Ordine Nazionale degli Psicologi non risulta proprio iscritta, in nessuna
regione d’Italia. E’ davvero preoccupante che insegnanti e genitori si affidino con
fiducia a personaggi privi dei requisiti minimi di legge, soprattutto quando parliamo
di farmaci psicoattivi su dei bambini (ad una verifica sulla banca dati on-line
dell’Ordine, in effetti non risulta iscritta come psicologa nessuna persona con quel
nome e cognome, ndr).

C’è altro che vuole aggiungere?

Questa associazione critica anche gli psichiatri dell’ASL di Bologna perché usano il
manuale ICD-10 per fare le diagnosi dei problemi di comportamento dei bambini, la
Pavan sostiene che non va usato: ma noi ci siamo informati, è il manuale
diagnostico ufficiale redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, un
organismo sovranazionale,
come può un operatore sociale sconsigliarne l’uso?

Vuole dire che questi “operatori” sconsigliano l’uso di un manuale
diagnostico ufficiale e danno la “loro versione” che include l’uso di
psicofarmaci anche quando le diagnosi ufficiali non lo renderebbero
necessario?

Si, è esattamente ciò che sta accadendo in Emilia-Romagna, lo confermo. E vorrei
aggiungere un’ultima cosa, prima di concludere: al genitore che li ha interpellati per
telefono, questi signori dell’associazione hanno detto - vantandosene - di avere
“grandi appoggi”, di essere sostenuti a livello parrocchiale, sanitario e scolastico.
Vorrei proprio sapere allora i nomi ed i cognomi di chi è rimasto coinvolto in tutta
questa serie di comportamenti discutibili, se non illeciti. A nostro avviso la
magistratura dovrebbe occuparsene senza ritardo, è angosciante pensare che nella
scuola pubblica italiana si faccia una così sfacciata propaganda agli psicofarmaci per
bambini, laddove il Codice Farmaceutico, che è una legge dello Stato, impone
invece delle restrizioni rigidissime in tal senso.

Intervista raccolta in parte telefonicamente ed in parte via email tra il 10
ed il 12 febbraio 2008 da giornalisti della redazione di “Giù le Mani dai
Bambini” (www.giulemanidaibambini.org), Comitato nazionale italiano per
la farmacovigilanza in età pediatrica.

venerdì 15 febbraio 2008

Scuola: a Firenze decolla la riforma degli Organi Collegiali d'istituto

Scuola: a Firenze decolla la riforma degli Organi Collegiali d'istituto

Per la prima volta in Italia interpellata l’intera comunità scolastica

E’ una novità a livello nazionale questo incontro sistematico con la comunità scolastica che nell’arco di pochi mesi sta dando voce a studenti e genitori, amministratori, docenti e dirigenti scolastici di un’intera provincia. Non era mai accaduto che il Dirigente di un Ufficio Scolastico Provinciale (già Provveditore agli Studi) si muovesse per incontrare chi nella scuola studia e lavora, ed è una novità assoluta anche questa consultazione sulla riforma degli Organi collegiali che per tanti motivi da decenni non riesce a decollare.
Da tempo il Forum delle Associazioni dei Genitori AGe, AGeSC e CGD di Firenze sta lavorando per rilanciare la partecipazione dei genitori con incontri mirati di formazione per rappresentanti di classe e di istituto, riuscendo a raggiungere oltre trecento genitori. Adesso, su impulso della Dirigente provinciale Rosa De Pasquale, è stato avviato un intervento congiunto che coinvolgerà tutte le zone della provincia, per concludersi con la seduta plenaria di sabato 19 aprile, che licenzierà il documento finale da presentare al Ministero della Pubblica Istruzione. Nei primi due incontri, nelle zone nord e sud di Firenze, sono emersi elementi di assoluto interesse: a gran voce genitori, studenti, dirigenti e docenti hanno rigettato la proposta di abolire il rappresentante di classe, che negli ultimi dodici anni è stata avanzata da ben 14 disegni di legge su 15 presentati. Genitori e studenti chiedono che la scuola sia più trasparente e che sia loro garantito un numero di rappresentanti pari a quello dei docenti in Consiglio di Istituto, che dovrà continuare a essere presieduto da un genitore. Il vicepresidente del Quartiere 3 di Firenze Luciano Ridolfi ha rilevato l’urgenza per la scuola di aprirsi: “E’ fondamentale che vi sia una conferenz a dei servizi nella quale la scuola si confronta con il territorio” ha detto, mentre Paolo Cappelletti, assessore alla pubblica istruzione del comune di Calenzano, ha tenuto a sottolineare l’importanza di programmare insieme per ottimizzare le risorse. Doriano Bizzarri, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Montagnola-Gramsci di Firenze, ha invitato le associazioni a coinvolgere i genitori: “In pochissimi hanno partecipato agli incontri sulle indicazioni nazionali. Alcuni sarebbero disponibili a farsi coinvolgere ma c’è bisogno di una formazione specifica che li aiuti a comprendere cosa è la scuola”. Il prossimo incontro si terrà Sabato 16 Febbraio 2008 ore 9,30 alle ore 12,30 presso la Scuola Media Busoni Vanghetti, via Liguria 1 a Empoli. Il calendario degli incontri nelle varie zone della provincia e altro materiale possono essere consultati sul sito www.csa.fi.it. Addetto Stampa: Rita Manzani Di Goro 328 8424375 fopagsfi@yahoo.it

sabato 9 febbraio 2008

Casarano, secondo Polo al gelo

Da una settimana manca il gasolio per i termosifoni. «Pronti a scioperare»

Il secondo Polo al gelo

e i genitori insorgono



Di Alberto Nutricati

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 09/02/2008



L’istituto comprensivo Secondo Polo è al « fresco» da una settimana, e gli animi dei genitori dei piccoli alunni si riscaldano. A rendere noto che i termosifoni del plesso che ospita la scuola materna e la scuola elementare sono spenti da alcuni giorni, è il rappresentante dei genitori Valerio Rausa, che minaccia uno sciopero di classe. «È da una settimana che non c'è gasolio per alimentare l’impianto di riscaldamento - spiega il rappresentante - Tra l’altro fa freddo e sta circolando l’influenza. So che ci vogliono i tempi tecnici, che la scuola deve contattare il Comune, quest’ultimo, a sua volta, si deve rivolgersi ad un’azienda di Taurisano, intanto però i bambini, quelli che ancora non si sono ammalati, continuano a stare al freddo». Tuttavia, a dire del genitore, se dalla scuola arriva la conferma di aver avvisato il Comune, da quest’ultimo fanno sapere di non aver ricevuto nessuna segnalazione.
«Non si può agire in questo modo - prosegue Rausa - A noi non importa di chi è la responsabilità, vorremmo solo che simili problemi non si verifichino. Possibile - chiede il genitore - che non ci sia un modo per accorgersi che il gasolio sta terminando prima di restare senza scorte?». Eppure non sarebbe così difficile ovviare all’inconveniente. «Al rientro dalle vacanze natalizie - aggiunge Rausa - è stato fatto un rifornimento di 3mila litri, con cui si riesce a garantire il riscaldamento per circa quattro settimane. A parte il fatto che mi sembra assurdo che una scuola appena ristrutturata non disponga di un segnalatore di livello di carburante per la caldaia, ma, ad ogni modo, non mi sembra così difficile ricordarsi di controllare il serbatoio dopo tre settimane dal rifornimento per evitare simili disservizi.

Capisco, anche se non giustifico, il ritardo di un giorno, ma una settimana mi sembra un po' troppo ». La questione dovrebbe rientrare a breve, anche perché l’azienda incaricata di fornire il gasolio, che di regola provvede al rifornimento entro 24 ore dalla segnalazione, è stata informata ieri stesso. Intanto, se la situazione non dovesse trovare una soluzione, i genitori potrebbero proclamare già da oggi una singolare forma di sciopero, decidendo di non portare i loro bambini a scuola.

mercoledì 6 febbraio 2008

ASAS: La Rappresentanza della scuola «Va cambiata».

ASAS: La Rappresentanza della scuola «Va cambiata».

Secondo l’associazione delle scuole autonome, di cui fanno parte diversi dirigenti scolastici catanesi, negli istituti funzionano molti organi collegiali. Secondo l’Asas alcuni dovranno essere soppressi, altri potenziati. Secondo l’Asas, vi sono docenti che fanno parte di diversi organi collegiali e che «riportano, in seno all’organismo politico di amministrazione e di indirizzo, la cultura dell’ostruzionismo sindacale e di difesa di privilegi di categorie». In ogni scuola secondaria di secondo grado esistono ben 15 organi collegiali: consigli di istituto, di classe, collegio dei docenti, comitato di genitori, assemblea studentesca di istituto e studentesca di classe, assemblea ata e sindacale, comitato di valutazione, assemblea di genitori, i rappresentanti di lavoratori per la sicurezza, Rsu, organo di garanzia. Secondo l’Asas «dovrebbe essere potenziato e reso più rappresentativo il consiglio di istituto e il direttore dei servizi generali ed amministrativo (ex segretario) dovrebbe farne parte di diritto. Inoltre, dovrebbe essere prevista al suo seno la presenza di un delegato dell’ufficio scolastico regionale, di uno dell’ente locale, di uno del mondo produttivo, uno del mondo associativo (associazione genitori, librai), associazione volontariato, sportive presenti nel territorio. La presidenza del consiglio di istituto dovrebbe essere assegnata, per elezione, ad uno dei quattro consiglieri delegati. I cinque nuovi consiglieri dovrebbero subentrare a due componenti docenti, a un componente genitori, a due studenti. I due componenti studenti sarebbero designati annualmente quali migliori studenti per profitto delle penultime classi del corso. Il consiglio di classe dovrebbe avere riconosciuto il pagamento delle proprie riunioni in quanto organismo non elettivo, pagamentosottoposto alla valutazione del raggiungimento degli obiettivi prefissati. L’assemblea studentesca dovrà svolgersi alla presenza del docente dell’ora che dovrà vigilare l’andamento dei lavori e dare un contributo culturale ai contenuti del dibattito. Novità anche nell’assemblea sindacale. La certificazione della presenza del personale alla riunione e la convocazione in orario exstracurriculare» . Secondo l’Asas non bisognerebbe mandare a casa gli allievi per tenere un’assemblea e le dieci ore di assemblea per il personale dovrebbero essere detratte dalle 80 ore annuali di riunione pomeridiane o pagate oltre il servizio dovuto. Infine «le Rsu a scuola sono una follia».
MARIO CASTRO (da http://www.lasicili a.it)

http://www.aetnanet .org/modules. php?name= News&file= article&sid= 9899

martedì 5 febbraio 2008

I genitori senza tempo i loro figli senza (vere) scuole

I genitori senza tempo i loro figli senza (vere) scuole

di Francesco Alberoni

L’Italia del Risorgimento ha fatto un enorme sforzo per istruire gli italiani costruendo un gran numero di scuole elementari e medie. Queste scuole si limitavano a fornire l'istruzione nelle aule, più qualche palestra e qualche giardinetto per la ricreazione. Ma erano le esigenze di allora. I giovani andavano a lavorare prima e le madri stavano a casa e si occupavano dei figli. Oggi le esigenze sono cambiate. La famiglia è fragile ed esausta, il bisogno di istruzione ed educazione immenso.

Due genitori che lavorano entrambi o una donna sola che lavora non riescono a prendersi cura dei figli. La natalità non diminuisce solo perché i giovani non vogliono rinunciare a stare con gli amici, alle happy hour e alle vacanze spensierate. La maggior parte di loro si ferma perché ha un lavoro precario e ha bisogno di una reale assistenza ai figli. Non basta diminuire le tasse o dare contributi. Dobbiamo dare alle giovani coppie la sicurezza che troveranno asili nido, scuole materne ed elementari che si prendano cura dei bambini dalle 8 del mattino fino a quando hanno finito di lavorare. E magari anche nel mese di luglio, quando ci sono le vacanze.

Ma hanno problemi anche i genitori con figli adolescenti, perché le nostre scuole medie e superiori finiscono all' una del pomeriggio o al massimo offrono un doposcuola di appoggio. E sono ancora le vecchie scuole progettate solo per l'insegnamento in aula. Oggi avremmo bisogno di college diurni in cui i ragazzi fanno letture, scrittura, sport, teatro, cinema, imparano attività artigianali che nessuno più insegna loro. Una scuola che richiede edifici scolastici nuovi o completamente riadattati e un corpo insegnante serio, autorevole e preparato.

Senza di essa i giovani resteranno a «cazzeggiare» o a instupidirsi davanti alla televisione. Nessun governo del dopoguerra ha fatto per la scuola uno sforzo simile a quello compiuto all'inizio del secolo ventesimo. Anzi nessun governo l'ha messa nell'elenco delle infrastrutture di base come le autostrade, i porti, l'alta velocità e le centrali elettriche. Ma non si può rimandare oltre.

La famiglia, da sola, non ce la fa più e la vecchia scuola perde credito ogni giorno, ha quasi smesso di educare. Dobbiamo prenderne atto, non chiudiamoci gli occhi. Occorre uno sforzo immenso per sorreggere i genitori, ricostruire il prestigio dell' educazione, dare nuovo slancio al nostro sviluppo economico e culturale!

04 febbraio 2008

http://www.corriere.it/editoriali/alberoni/08_febbraio_04/alberoni_8c893a8e-d2e8-11dc-8916-0003ba99c667.shtml